È il gruppo di stelle giovani supermassicce più numeroso finora individuato nella nostra Galassia. Si trova all’interno di un’enorme nube di gas, estesa un centinaio di anni luce, la cui forma ricorda quella di pesce drago: una creatura che vive negli abissi oceanici il cui aspetto non è dei più rassicuranti. Per questo i tre astronomi dell’Università di Toronto che hanno scoperto il gruppo di stelle hanno deciso di chiamare l’intera zona la “bocca del Dragonfish”.
Come verrà spiegato nell’articolo in pubblicazione il 20 dicembre su Astrophysical Journal Letters, tutto è partito da alcune osservazioni alle microonde effettuate dal satellite WMAP, che avevano individuato una lontana macchia debolmente luminosa. Osservazioni successive nell’infrarosso, ottenute dal satellite Spitzer, hanno poi evidenziato nuovi dettagli che hanno spinto gli astronomi a richiedere l’utilizzo del New Technology Telescope dell’ESO, in Cile. L’insieme dei dati ha dimostrato che quella lontana macchiolina è in realtà una grande nube gassosa al cui interno si sono formate centinaia di migliaia di stelle, giovani, particolarmente attive e con masse decine di volte superiori quella del Sole.
Simili regioni di formazione stellare sono già state individuate in altre galassie, risultando però troppo lontane per riuscire a ottenere immagini dettagliate. Questa volta la zona si trova nella nostra Galassia, a circa 30.000 anni luce di distanza: una situazione favorevole, che permette persino di contare alcune dozzine di stelle. In totale, però, le stelle di quel gruppo devono essere centinaia di migliaia, parte delle quali molto giovani e turbolente. Proprio queste ultime emettono intese quantità di energia che hanno spinto via il gas circostante, sino a dare alla nube una forma analoga a quella di un pesce con la bocca spalancata.
Una bocca dalla quale sta però scappando via qualcosa. Sembra infatti che una delle stelle stia uscendo fuori dal gruppo, segno che l’insieme non è più legato gravitazionalmente. Se così fosse, le stelle somo destinate ad andarsene ognuna per la sua strada, smettendo così di illuminare con la loro luce il grande pesce drago fatto di gas.