Dopo aver identificato le tracce dei primi storici passi sulla Luna (vedi articoli precedenti), la Lunar Reconnaissance Orbiter continua il suo viaggio indietro nel tempo, osservando gli esperimenti scientifici, tuttora operativi, portati sul nostro satellite dagli equipaggi delle missioni Apollo. Questa immagine ad alta risoluzione della LRO è stata realizzata nei primi mesi del 2010 e mostra un campo di vista di circa 400 metri del suolo lunare, con una risoluzione di 52 cm per pixel. Nell’inquadratura, la zona dell’atterraggio dell’Apollo 15 e gli esperimenti scientifici posizionati sulla superficie della Luna dalla missione.
L’Apollo 15 è una missione speciale. Il modulo Falco alluna il 31 luglio 1971 trasportando il quarto equipaggio che raggiunge e cammina sul suolo lunare. L’Apollo 15 è la prima delle “J Mission”, cioè la prima missione a carattere prettamente scientifico. Questo vuol dire prima di tutto una scelta particolarmente ambiziosa della zona di atterraggio, situata negli Appennini lunari, in un punto fra il monte Hadley e l’omonima faglia, in cui altissimi picchi montuosi si stagliano sulla Palus Putredinis. Una zona lunare particolarmente pericolosa, ma tra le più interessanti per quanto concerne l’evoluzione geologica del nostro satellite.
Essere la prima missione a carattere scientifico comporta anche dei periodi di attività extraveicolare (anche chiamati EVA) più lunghi ed impegnativi, con obiettivi scientifici particolarmente ambiziosi. Nelle oltre 18 ore di passeggiata extraveicolare, i due astronauti Scott e Irwin raccolgono 76,8 kg di campioni, usando per la prima volta un Lunar Roving Vehicle per esplorare zone fino a 5 km dal Falco. Durante queste passeggiate mettono in azione l’ALSEP (Apollo Lunar Surface Experiment Package) che contiene numerosi strumenti scientifici, ancora oggi collocati sulla superficie lunare. Sempre durante queste passeggiate, le cui tracce sono ben visibili nell’immagine dell’LRO, Scott trova e riporta a Terra la famosa “Roccia della genesi”: una roccia rarissima, identificata come parte della crosta lunare primordiale.
Nell’immagine, infine, è chiaramente identificato da un cerchio il Lunar Laser Ranging RetroReflector, anche chiamato LRRR: una superficie riflettente, con dimensioni di 105 x 65 cm, tuttora utilizzata dai ricercatori. Il LRRR dell’Apollo 15 è uno dei 4 array funzionanti e posizionati sulla Luna con lo scopo di misurare la distanza dalla Terra con precisione estrema. Il funzionamento è alquanto semplice: un raggio laser viene sparato dalla Terra sull’LRRR e riflesso dallo strumento nella esatta direzione da cui è arrivato. Ricevendo il segnale laser sulla Terra e misurandone il tempo di percorrenza, si determina la distanza percorsa dal segnale stesso. Queste misure permettono di determinare con estrema precisione la posizione e l’orbita della Luna, fornendo informazioni di grande interesse scientifico, fino a permettere di testare la teoria relatività generale.
La rubrica “Immagini dal Sistema Solare” è a cura della Southern Europe Regional Planetary Imaging Facility (SRPIF), la Fototeca NASA ospitata presso gli Istituti INAF IASF e IFSI di Roma (presto IAPS Roma), con la collaborazione delloSpace Photography Laboratory (SPL), la Fototeca dell’Università dell’Arizona.