Fermi ha trovato una nuova sorgente binaria. Fin qui nulla di strano, tranne che, per la prima volta, una sorgente binaria è stata trovata grazie ai raggi gamma. È quanto annuncia il settimanale scientifico Science.
Fino ad ora Fermi aveva rivelato emissione gamma da mezza dozzina di sistemi binari, formati da una stella “normale” e da un oggetto compatto, stella di neutroni o buco nero. Sono tutte sorgenti ben note, studiate da anni nel radio, nell’ottico e nei raggi X, dove l’oggetto compatto fornisce le particelle accelerate che interagiscono con la materia della stella compagna per produrre raggi gamma di alta energia. Mentre per tutte queste sorgenti la rivelazione di raggi gamma è stata una aggiunta interessante per 1FGL J1018.6-5856 (questo il “nome” della coppia), invece, è stata la chiave di volta della scoperta.
“Nel panorama delle 1800 sorgenti del catalogo Fermi, i sistemi binari si potevano contare sulla punta delle dita di una mano”, dice Patrizia Caraveo, responsabile INAF del satellite Fermi (la missione della NASA ha una forte partecipazione italiana, oltre INAF sono coinvolti INFN e ASI). “Sono pochi, e tutti molto interessanti: due (LSI 61°303, con periodo di 26 giorni, e LS 5039, con periodo di 4 giorni), formati da una stella di neutroni e da una stella giovane e brillante, sono sempre visibili nei dati gamma, anche se alternano periodi di maggiore attività con periodi più calmi, in corrispondenza delle diverse fasi orbitali. Sono classificati come micro quasar perché hanno anche una emissione radio variabile. Il terzo sistema sempre visibile è Eta Carinae, una binaria storica di lungo periodo. Poi ci sono le sorgenti che sono visibili solo per brevi intervalli di tempo come la Nova V409 Cygni, il sistema binario formato dal pulsar radio PSRB1259-63 che orbita intorno ad una stella giovane e massiva con un periodo di 3,4 anni, oppure Cyg X3, un sistema con periodo di 4,8 ore dove si sospetta la presenza di un buco nero di massa stellare, che presenta episodi di emissione molto intensa ma molto limitata nel tempo”.
Si tratta di una delle più brillanti tra le sorgenti non identificate e la sua binarietà è stata scoperta proprio grazie all’emissione gamma, modulata con un periodo di 16 giorni e mezzo. Conferma della periodicità si è avuta grazie a ripetute osservazioni con il telescopio X a bordo della missione SWIFT (altra missione NASA con medesima forte partecipazione Italiana) che dedica parte del suo tempo di osservazione alla mappatura sistematica delle sorgenti gamma scoperte da Fermi.
“Ognuna delle sorgenti binarie con emissione gamma è particolare e ogni aggiunta alla famiglia è benvenuta”, aggiunge Patrizia Caraveo che conclude: “È un bellissimo esempio della sinergia tra le missioni Fermi e SWIFT, due pietre miliari dell’astrofisica delle alte energie, alle quali l’Italia partecipa da protagonista”