“Anche se amiamo la luce, abbiamo bisogno del buio”. È questa la conclusione a cui giunge il regista Ian Cheney nel suo ultimo documentario THE CITY DARK, da oggi visibile al pubblico in un circuito di sale d’essai negli Stati Uniti. Autore di diversi documentari su temi ecologici, Cheney è stato fin da bambino un appassionato di astronomia e di astrofotografia, passione a cui ha voluto ritornare affrontando in THE CITY DARK il tema dell’inquinamento luminoso, mettendosi in viaggio “alla ricerca della notte in un pianeta che non dorme mai”, come recita il sottotitolo. Il discorso si amplia allora dall’astronomia all’influenza che la perdita dell’oscurità notturna ha avuto sulle persone e sul pianeta stesso, e il film si snoda come una vera e propria riflessione su come sia cambiata la relazione del genere umano col cielo a partire dall’invenzione dell’elettricità.
Un altro tipo di inquinamento del cielo, dai risvolti meno poetici e molto meno osservabile direttamente, è invece al centro di un film in tre dimensioni uscito lo scorso 13 gennaio, sempre negli Stati Uniti. Si chiama SPACE JUNK 3D, un documentario di 38 minuti prodotto dalla Melrae Pictures con la tecnologia ad alta definizione IMAX e finalizzato, a detta degli autori, a sensibilizzare in particolare i più giovani al problema dell’affollamento dell’orbita terrestre. Orbita che, dopo 50 anni di avventura spaziale, non è più un posto tanto sicuro, soprattutto a causa di un gran numero di detriti spaziali, veri e propri bolidi che minacciano i satelliti in attività, ormai indispensabili al nostro vivere quotidiano, nonché la Stazione Spaziale Internazionale, costretta a periodici aggiustamenti di quota, di cui l’ultimo proprio il 13 gennaio per evitare la collisione con un frammento del satellite Iridium.
Neanche a farlo apposta, quasi in contemporanea con l’uscita SPACE JUNK 3D è ricaduto sulla Terra il satellite russo Phobos-Grunt, fornendo pubblicità insperata agli autori del film, ma anche una riprova che il problema non è, letteralmente, campato per aria.
Tanta attenzione per temi in qualche modo legati all’astronomia deve avere contagiato anche la ABC, uno dei principali network televisivi statunitensi. La rete ha commissionato la puntata pilota di una nuova serie televisiva -ancora senza nome- al regista Roland Emmerich, realizzatore di film come Stargate, The Day After Tomorrow, Independence Day, 2012. Stando alle prime indiscrezioni, si tratterebbe di una serie a stampo politico, dove il protagonista sarebbe un giovante studente di astrofisica che, senza volerlo, si ritrova coinvolto nella campagna elettorale per diventare Presidente degli Stati Uniti. Insomma: un evidente paradosso, quasi un’irruzione del mondo iperuranio in quello reale.
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