Ormai arrivano a grappoli. La scoperta d’un nuovo pianeta extrasolare, evento che fino a qualche anno fa avrebbe suscitato interesse e stupore per giorni, è diventato un evento così comune da non far più notizia. Ma 26 mondi alieni confermati in un colpo solo, e ben 11 nuove stelle che – come il nostro Sole – ne hanno attorno in orbita più d’uno, una certa meraviglia ancora la destano. Soprattutto, sono una chiara dimostrazione della superba qualità della strumentazione scientifica messa in campo e delle tecniche di analisi adottate, in questo caso dal team della sonda Kepler della NASA.
Per individuare i cosiddetti “candidati” a pianeta extrasolare, Kepler tiene costantemente sotto controllo le variazioni di luminosità di oltre 150mila stelle. Ogni volta che un pianeta, intromettendosi fra la stella osservata e il telescopio spaziale, introduce una lieve diminuzione di luminosità – il cosiddetto transito, dunque una sorta di mini-eclissi parziale – Kepler ne tiene scrupolosamente traccia. Evento dopo evento, gli scienziati riescono così nel tempo non solo a confermare l’effettiva esistenza d’un pianeta, ma anche a ricostruirne il periodo orbitale. Ed è proprio misurando le variazioni del periodo orbitale, con una tecnica detta appunto TTV (transit timing variations), che arrivano a riconoscere l’esistenza di più pianeti attorno a una stessa stella.
Non più semplici mondi, dunque, ma interi sistemi planetari alieni. Con l’ultima scoperta, ne conosciamo già 17. Anzi, 18, mettendo in conto anche quel sistema planetario sui generis che ospita il meraviglioso mondo Sol-d, le cui terre – lambite da tiepide distese d’acqua allo stato liquido – sono a oggi ancora le sole, nell’intero universo, sulle quali sia stata confermata la presenza di forme di vita.
E poiché 18 sistemi planetari cominciano a essere un numero considerevole, i ricercatori della NASA e del Fermilab Center for Particle Astrophysics hanno pensato bene di raccoglierne i relativi mondi in una sorta di tavola periodica: quella che vedete nel riquadro in basso dell’immagine di apertura (cliccare per ingrandirla). Ogni colonna raccoglie i pianeti – da due in su, ognuno rappresentato da un cerchio con dimensioni proporzionali alla massa – orbitanti attorno a una particolare stella. In rosso, quelli già conosciuti. In verde le new entries, gli ultimi 11 sistemi scoperti da Kepler, nei quali alcuni mondi – colorati di viola – ancora attendono conferma. E in azzurro? Clicccate sull’immagine per scoprirlo…
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