Se, come si ritiene, possa esistere, dove è possibile cercare la vita su Marte? Nei crateri provocati dall’impatto dei meteoriti. È questa l’ipotesi avanzata dagli scienziati dell’Università di Edimburgo, che hanno studiato, a due chilometri di profondità, il cratere prodotto da un meteorite caduto sul nostro pianeta 35 milioni di anni fa e trovando microrganismi sopravvissuti a tale impatto.
Se infatti l’alto calore prodotto dall’attraversamento dell’atmosfera terreste ha cancellato ogni forma di vita che fosse sulla superficie del meteorite, le fratture provocate nella roccia dall’impatto hanno permesso ad acqua ed altri nutrienti di alimentare i microrganismi, aiutati anche dalla componente ferrosa del meteorite.
Non solo ma l’uniformità di distribuzione dei microrganismi rivelati a quella profondità, fanno ipotizzare che l’ambiente venutosi a creare, ipotizza Charles Cockell dell’Universita di Edimburgo, dopo l’impatto abbia fatto da “rifugio” per questi microrganismi salvaguardandoli dai vari cambiamenti climatici che si sono succedute nei 35 milioni di anni trascorsi. “Questo ritrovamento – conclude Cockell – suggerisce che sotto la superficie dei crateri di Marte si potrebbe celare il posto dove trovare evidenza della vita”.