Se anche nel vuoto potessimo udirne il suono, probabilmente lo sentiremmo tintinnare. Il gioiello in questione l’anello F, uno degli anelli più esterni di Saturno, circa 881mila km di diametro. Ad agitarlo e a perturbarne l’altrimenti impeccabile circonferenza, introducendovi sbuffi luminosi a forma d’uncino battezzati dagli astronomi mini-jets, il bombardamento occasionale da parte piccoli oggetti (grosso modo 800 metri di diametro) che vagano lentamente, a circa due metri al secondo, nei dintorni dell’anello, andando talvolta a urtarne il bordo esterno.
In seguito a queste collisioni, le particelle di ghiaccio che formano l’anello vengono trascinate via, lasciando una scia tra i 40 ed i 180 chilometri di lunghezza. Spulciando fra circa 20.000 delle immagini riprese dalla sonda in sette anni di navigazione, gli scienziati hanno riscontrato circa 500 esempi di questo fenomeno.
«Credo che l’anello F sia il più bizzaro fra gli anelli di saturno, e i recenti risultati di Cassini mostrano come sia anche più dinamico di quanto non pensassimo», dice Carl Murray, della Queen Mary University di Londra, membro del team di Cassini che si occupa dell’imaging. «Una scoperta che ci porta a paragonare la regione l’anello F a una sorta di zoo brulicante d’oggetti. Oggetti con le dimensioni più varie, dal mezzo miglio a lune di centinaia di km di diametro come Prometeo, in grado di dare vita a uno spettacolo straordinario».
Gli astronomi già sapevano che la presenza di oggetti relativamente grandi può dare origine, nell’anello F, a canali, increspature e “palle di neve”, o blocchi di materiale ghiacciato. Ciò che non riuscivano a spiegarsi è che fine facessero, queste palle di neve, una volta create. A volte vengono disintegrati dalle collisioni o dalla forza di marea mentre orbitano intorno a Saturno. Ma ora si è scoperto che alcuni fra quelli più piccoli possono sopravvivere, e continuare a urtare l’anello F per conto loro.
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