La Terra e la Luna unite dagli impatti degli asteroidi. Secondo un nuovo studio che apparirà su Nature il prossimo 3 maggio la Terra, nell’era Archeana, un periodo della prima fase di formazione del nostro mondo compreso tra i 3,8 e i 2,5 miliardi di anni fa, sarebbe stata oggetto di impatti di asteroidi delle stesse dimensioni che hanno provocato l’estinzione dei dinosauri, circa dieci chilometri di diametro, con una frequenza molto maggiore a quanto si pensasse finora. Impatti che per dimensioni rivaleggiano con quelli che hanno prodotto i più grandi crateri sulla Luna, secondo quanto riporta un articolo pubblicato oggi on line sullla rivista Nature.
Le impronte digitali di queste esplosioni gigantesche sono sottili strati di roccia sulla Terra, dal millimetro al centimetro di spessore, contenenti i detriti derivanti dall’impatto, come sferule o tracce di roccia fusa, ricaduta dai getti di lava prodotta dal mega impatto.
Questo bombardamento di asteroidi, una settantina delle dimensioni dette dinosauro-killer, sembra sia da attribuirsi ad un’estesa porzione di una cintura interna di asteroidi che ora è quasi del tutto inesistente a causa del processo di migrazione dei pianeti giganti nelle loro attuali orbite.
Il team che ha condotto questo studio comprende membri e associati del soci della NASA Lunar Science Institute Center of Origine Lunar and Evolution (CLOE), con sede al Southwest Research Institute (SwRI) di Boulder, in Colorado.
Secondo William Bottke CLOE Principal Investigator e SwRI Researcher Dr “il letto della Terra parla di un intenso tardivo bombardamento del pianeta ma fino ad oggi la sua origine è stata un mistero”.
Per fare un confronto, l’impatto di Chicxulub, che si ritiene abbia prodotto l’estinzione dei dinosauri 65 milioni anni fa, era l’unico scontro conosciuto nel corso dell’ultimo mezzo miliardo di anni che ha prodotto uno strato di sferule spesso tanto quello trovato nel periodo Archeano. Ma “i letti del periodo Archeano contengono abbastanza materiale extraterrestre per escludere fonti alternative per le sferule, come i vulcani”, dice Bruce Simonson, un geologo dell’Oberlin College and Conservatory, che ha studiato per decenni questi strati antichi.
La tempistica di questi grandi eventi appare curiosa perché si verificano molto tempo dopo la presunta fine del tardo bombardamento della Luna (Late Heavy Bombardment o LHB). Questo periodo si è verificato circa 4 miliardi di anni fa e ha prodotto i più grandi crateri lunari.
E infatti è questo il secondo elemento di novità nello studio. Se da una parte il numero di impatti appare assai superiore all’ipotizzato dall’altra sembrano avvenuti in un tempo successivo a quello che ha caratterizzato la Luna. Una contraddizione importante se si considera che, ai fini del loro studio, i crateri lunari non sono altrettanto “deperibili” nel tempo come quelli terrestri che risentono del movimento delle zolle, piuttosto che dell’azione dell’erosione del tempo. Utilizzando il modello di simulazione di Nizza, il migliore modello disponibile per il periodo del LHB, sviluppato in Francia, i ricercatori hanno aggiunto delle possibili variabili che sembrano giustificare tale tempistica.