Venere che attraversa il cerchio del Sole: uno spettacolo suggestivo e raro come pochi, quello in programma, a cavallo fra il 5 e il 6 di giugno, sui cieli della Terra. Per chi lo dovesse mancare, la prossima occasione si ripresenterà solo nel 2117, tra più d’un secolo. Troppo in là per la maggior parte di noi, anche a voler essere ottimisti. E allora come può fare chi proprio si troverà impossibilitato, nonostante tutta la buona volontà, a prendere parte allo show? Niente paura, ci s’ingegna. Dall’Italia, per esempio, non ci sarà modo di osservare il transito dal vivo. Ma grazie a tre telescopi del progetto GLORIA (uno in Norvegia, uno in Giappone e un terzo in Australia) potremo comunque seguire tutte le fasi dell’attraversamento in diretta sul web.
E consoliamoci: per quanto possa sembrare paradossale, persino l’occhio più privilegiato di tutti, concepito per nient’altro che per osservare il cielo, non potrà assistervi direttamente: la pupilla dello Hubble Space Telescope, il principe dei telescopi spaziali, pur trovandosi nel luogo ideale per assistere allo storico fenomeno, è infatti troppo delicata – proprio come i nostri occhi — per puntare lo sguardo dritto verso il Sole. Sarebbe un rischio eccessivo per suoi strumenti ultra-sensibili, progettati per sondare il buio più nero. Ma gli scienziati del telescopio spaziale non si sono dati per vinti, e hanno trovato un escamotage: ne osserveranno il riflesso. Dove? Sulla superficie della Luna. Già. La Luna come un gigantesco specchio che riflette il transito di Venere verso un altro specchio, quello appunto del Telescopio spaziale Hubble.
A dire il vero, per il team di HST non si tratta solo di non mancare all’imperdibile appuntamento. Dietro all’intricato gioco di specchi appena descritto c’è in realtà un obiettivo scientifico, un esperimento che gli scienziati stanno mettendo a punto da mesi. Osservare la debole eco del transito del pianeta – in particolare, il riflesso della sua atmosfera attraversata dal Sole – sulla superficie della Luna permetterà agli astrofisici di collaudare e affinare tutta una serie di tecniche utilizzate nello studio dei pianeti extrasolari. Anche in quel caso, infatti, ciò che i telescopi osservano è – in molti casi – il transito dei pianeti davanti alle stelle che li ospitano. Ora, ciò che gli scienziati vogliono verificare è quanto il debolissimo segnale emesso dalle atmosfere di questi mondi alieni, analizzato con tecniche spettroscopiche, sia o meno un testimone attendibile della loro composizione chimica.
Ecco allora che il transito di un pianeta abbondantemente studiato qual è Venere si presenta come un’occasione ghiotta: il segnale ultradebole riflesso dalla Luna, acquisito da tre degli strumenti a bordo di Hubble (l’Advanced Camera for Surveys, la Wide Field Camera 3 e lo Space Telescope Imaging Spectrograph), verrà infatti messo a confronto con l’effettiva composizione chimica dell’atmosfera del pianeta. Atmosfera che gli astronomi conoscono perfettamente. Il confronto permetterà così di valutare quanto le tecniche e gli strumenti attualmente in uso siano adeguati per la caccia ad altre Terre.