DA UN ANTICO CALENDARIO EGIZIO

Il ritorno della stella demonio

Gli astronomi dell'Università di Helsinki confrontano le loro misure della stella variabile Algol con quelle dei loro colleghi dell'antico Egitto. Considerando che in 3000 anni il periodo di variazione è leggermente aumentato, la misura antica era straordinariamente precisa.

     17/05/2012

Difficile battere la saggezza degli antichi egizi. A confermarlo è un recente studio di un gruppo di ricercatori dell’Università di Helsinki, in Finlandia, che hanno rinfrescato le osservazioni degli antichi egizi sulle stelle variabili.

In particolare si sono concentrati su Algol, che in arabo significa  “stella del demonio”. È una stella binaria a eclisse, e gli egizi tre millenni fa osservavano le sue variazioni di luminosità per “prevedere” giornate più favorevoli e altre meno.

Gli astronomi finlandesi hanno rispolverato il calendario egiziano Cairo 86637, scoprendo che si tratta probabilmente del più antico e meglio conservato documento storico di osservazione a occhio nudo di una stella variabile.

Per ogni giorno dell’anno, gli antichi egizi avevano previsto una divisione in tre parti. Ad ogni sezione del giorno veniva poi riferita una buona o una cattiva previsione. Le analisi dei ricercatori finlandesi hanno rilevato che le previsioni nel calendario egizio sono scandite da due periodi ricorrenti. Uno è di circa 29,6 giorni, ed è chiaramente corrispondente al ciclo lunare. L’altro di 2,85 giorni, è invece riferito al  periodo di variazione di Algol, dove la stella minore eclissa la più luminosa proprio con un periodo di 2,867 giorni. Questo fenomeno è facilmente osservabile anche ad occhio nudo.

Lauri Jetsu, membro del gruppo di ricerca sottolinea che il periodo di variazione di Algol è aumentato nel corso di 3000 anni di circa 0,017 giorni, “a causa di un trasferimento di massa tra le due stelle della binaria a eclisse”.

 

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