La “liberalizzazione” dell’orbita bassa ora è iniziata davvero. Alle ora 15 e 56 italiane, la capsula Dragon è stata agganciata dal braccio robotico della Stazione Spaziale Internazionale, diventando ufficialmente il primo veicolo “commerciale” ad agganciarsi alla ISS. La manovra era iniziata molte ore prima, da quando alle 3 e 30 circa di notte in Italia, l’International Space Station Mission management team della NASA dava il via libera al docking. Dopo un lungo avvicinamento, e una pausa di sicurezza a circa 250 metri dalla stazione (servita a provare le manovre di allontanamento nel caso qualcosa fosse andato storto), la capsula è stata “catturata” dal braccio robotico della Stazione. Quest’ultimo l’ha poi avvicinata fino all’aggancio e all’apertura dei boccaporti di collegamento tra la ISS e Dragon, attraverso cui il carico di rifornimenti a bordo della capsula verrà trasferito sulla stazione. Dragon era stato lanciato tre giorni prima, il 22 maggio.
A differenza del lancio di satelliti artificiali, l’aggancio di moduli alla Stazione Spaziale Internazionale era sinora monopolio delle grandi agenzie come NASA, Roscosmos (Russia) ed ESA. Con la manovra di oggi, si entra in una nuova era, prefigurata da anni dalla stessa NASA. L’orbita bassa (Low Earth Orbit o LEO, quella su cui si trova la ISS) non è più territorio “di frontiera”, riservato alle grandi agenzie governative, ma si apre a operatori commerciali (anche se la missione Space X Dragon commerciale lo è fino a un certo punto, visto che la navicella è stata sviluppata su contratto NASA).
“E’ un successo importante per una società come SpaceX nata solo da pochi anni e già entrata tra i grandi del settore spaziale” spiega Umberto Guidoni, ex astronauta, che ha volato due volte con lo Space Shuttle nel 1996 e nel 2001, la seconda volta raggiungendo la Stazione Spaziale Internazionale. “Ora però SpaceX dovrà dimostrare di essere in grado di mantenere una fitta e regolare schedule di voli, che è quello che il mercato le richiederà”. Secondo Guidoni, per quanto la tecnologia per volare in orbita bassa sia ormai in gran parte matura, ”c’è ancora un margine di sviluppo. Il risultato di oggi in fondo riguarda sempre solo i professionisti del ramo, gli astronauti. L’altro grande obbiettivo è il turismo spaziale. Per farlo diventare reale, e non solo un privilegio per persone ricchissime come è stato finora, serve un veicolo ancora più semplice e meno costoso di Dragon”.
Ascolta l’intervista completa a Umberto Guidoni
Il prossimo passo fondamentale per Space X sarà quello di un volo abitato, cosa che dovrebbe avvenire entro il 2013/2014. Un obiettivo su cui la Nasa stessa vuole accelerare, anche per avere un mezzo alternativo alla Soyuz per raggiungere la ISS.