Ma quanto c’è ancora da sapere sul nostro Universo? Conosciamo solo il 4% e il resto sono materia ed energia oscura, dark metter e dark energy le chiamano gli anglofoni. Un recente studio di Robert Braun, astronomo del CSIRO di Sydney (Commonwealth Scientific and Industrial Research Organisation) ha messo in luce che le galassie che ci circondano nascondono circa il trenta per cento in più dell’idrogeno atomico che era stato finora calcolato. Quest’ultima stima, possiamo esserne certi, è la più precisa fatta sin’ora.
Subito dopo la nascita dell’Universo, dopo il Big Bang quindi, tutta la materia era formata da idrogeno. Nel corso del tempo si sono formate le galassie, stelle, pianeti, insomma tutto quello che conosciamo sopra le nostre teste. Tramite lo studio della trasformazione dell’idrogeno, gli astronomi riusciranno a comprendere meglio come si sono verificati questi processi, che sono ancora in atto.
Dalla ricerca di Braun si evince che la distribuzione del gas si è modificata nel corso di miliardi di anni, e che ora ce n’è molto meno che in passato nelle regioni più esterne delle galassie. Questo rende più difficile per le galassie attirare il gas verso l’interno e formare nuove stelle. La formazione di stelle, infatti, è venti volte inferiore rispetto al passato
“Anche se c’è più idrogeno atomico di quanto pensassimo”, dice Braun “questo non può ancora risolvere il problema della materia oscura. Se quello che ci resta da scoprire ha il peso di un canguro, ciò che abbiamo scoperto ha il peso di un’echidna”, ironizza ancora lo scienziato del CSIRO, australiano come è facile intuire dagli esempi scelti.
Il lavoro dell’equipe di Braun si basa sull’utilizzo di radio-telescopi, per la precisione una batteria compatta di telescopi in Australia orientale e altri radio-telescopi negli Stati Uniti.