In un articolo apparso sulla rivista ICARUS si rivisitano i dati relativi al vulcanismo del più interno tra i satelliti Galileiani di Giove: Io. L’analisi viene effettuata sulla base dei dati provenienti dagli spettrometri infrarossi delle passate missioni verso il sistema solare esterno, in particolare del Voyager e di Galileo, con un ulteriore supporto dei telescopi da Terra.
Io è il satellite gioviano avente come peculiarità una incredibile attività vulcanica con enormi potenze termiche irradiate nello spazio e certamente il corpo del sistema solare con maggiore attività vulcanica finora conosciuto.
A differenza degli altri corpi geologicamente attivi del sistema solare, inclusa la Terra, dove la principale sorgente interna proviene dal decadimento degli isotopi, su Io la fonte energetica endogena primaria sono le sollecitazioni mareali indotte dall’enorme pianeta Giove. Infatti, la vicinanza di Io a Giove in combinazione con la sua orbita lievemente ellittica, determinano una enorme sollecitazione interna che riscaldano il satellite a temperature molto elevate portandolo ad una sorta di vulcanismo estremo molto spettacolare.
Questi nuovi risultati ci riportano che il 50% dell’energia termica irradiata proviene soltanto da poco più dell’1% della superficie di Io e che la distribuzione dei crateri, dei laghi di lava ed i punti caldi (“hot spot”) non è uniforme ma bimodale in longitudine, come di fatto ci si aspetterebbe a causa delle deformazioni mareali. Restano tuttavia da spiegare i motivi per cui il massimo dell’attività termica vulcanica sia spostato significativamente verso est rispetto a quello che predirrebbe il modello predisposto per il satellite gioviano.
Inoltre resta un quesito dove siano localizzate le sorgenti termiche “mancanti” che nel complessivo sono responsabili del 40% dell’energia totale di Io dissipata verso lo spazio.
Sebbene il satellite Io non sia un obiettivo primario di Juice – la “large” mission recentemente approvata dall’Agenzia Spaziale Europea – tuttavia questa missione, ed in particolare i suoi sensibili spettrometri infrarossi a bordo, ci darà preziose informazioni dirette con varie opportunità nei previsti incontri ravvicinati, ed indirette con la preziosa conoscenza degli altri satelliti galileiani e di tutto il sistema di Giove. Questi risultati sul vulcanismo di Io sono infatti un chiaro esempio che dimostra come il sistema di Giove debba essere studiato nel suo insieme per poterne comprendere pienamente la varietà dei fenomeni e le caratteristiche così diverse dei singoli satelliti.
*Responsabile della missione scientifica Juice per INAF