I prossimi anni si annunciano davvero entusiasmanti nello studio dei più affascinanti segreti dell’Universo, con l’Europa che si prepara a giocare sempre di più un ruolo da protagonista su scala mondiale in questo settore della ricerca. E’ infatti solo di qualche giorno fa la notizia dell’approvazione definitiva da parte del Consiglio dell’ESO di E-ELT, il gigantesco telescopio con specchio principale di quasi 40 metri, che lo renderà il più grande e performante al mondo, almeno nella banda di radiazione della luce visibile e dell’infrarosso. Oggi invece l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha annunciato il via libera, dopo cinque anni di intenso lavoro e selezioni competitive, alla realizzazione del satellite Euclid. C’è grande attesa nella comunità scientifica internazionale per questa ambiziosa missione, che verrà lanciata nel 2020: Euclid infatti studierà con un livello di accuratezza mai raggiunto prima l’Universo Oscuro, quello che noi oggi ancora non conosciamo, ovvero il 96 per cento circa del totale. Compito di Euclid sarà quello di realizzare una mappa super dettagliata della distribuzione e dell’evoluzione di materia ed energia oscura nell’Universo, i due ‘ingredienti’ che ancora non siamo riusciti a identificare né a capirne la natura. Per fare questo Euclid utilizzerà un telescopio di 1,2 m di diametro e due strumenti per mappare la distribuzione tridimensionale di ben due miliardi di galassie e della materia oscura che le circonda, andando a censire oltre un terzo dell’intero cielo.
Anche in questa missione, l’Italia è coinvolta sotto molteplici aspetti: sia attraverso la realizzazione di sottosistemi dei due strumenti di bordo, sia con la responsabilità della gestione del Segmento di Terra, ma anche con ruoli importanti per aspetti tecnici e scientifici della missione. Il nostro Paese è, insieme alla Francia, uno dei due partner maggiori e la sua partecipazione è finanziata e supportata principalmente dall’Agenzia Spaziale Italiana. In Euclid sono coinvolti oltre duecento scienziati italiani, appartenenti all’INAF (principalmente gli Istituti IAPS, IASF di Bologna e Milano, e gli Osservatori Astronomici di Bologna, Brera, Padova, Roma, Torino e Trieste) e a numerose Università (principalmente UniBO, Roma La Sapienza, Roma Tor Vergata, UniTS, SISSA).
In questa nuova avventura scientifica, non ci saranno solo le tredici agenzie spaziali europee con cui l’ESA ha stipulato accordi multilaterali per la leadership degli strumenti che saranno a bordo di Euclid e per la costruzione dei loro sottosistemi e la realizzazione del software per la gestione e l’analisi dei dati scientifici. L’Agenzia Spaziale Europea ha infatti approvato il Memorandum of Understanding con la NASA che definisce la partecipazione degli Stati Uniti alla missione attraverso la fornitura dei rivelatori per la radiazione infrarossa.
“Euclid non solo pone l’Europa e l’Italia ai primi posti nelle ricerche cosmologiche ma i suoi dati faranno progredire molte altre problematiche astrofisiche di forte interesse per una vasta comunità ” afferma Roberto Scaramella, dell’INAF-Osservatorio Astronomico di Roma, Mission Survey Scientist e membro del Board del Consorzio e dello Euclid Science Team (EST).
L’Euclid Consortium fornirà due strumenti all’ESA, uno strumento per immagini nel visibile (VIS) e uno strumento per fotometria e spettroscopia nel vicino infrarosso (NISP). Il grande campo di vista di questi strumenti permetterà di raccogliere un’enorme quantità di dati di qualità eccezionale su una grande porzione di cielo. “Il contributo dell’Italia ai due strumenti, con la responsabilità sull’elettronica e il software di bordo, sarà fondamentale per il successo della missione” confermano Luca Valenziano, dell’INAF-Istituto di Astrofisica Spaziale e Fisica cosmica di Bologna, responsabile del contributo italiano a NISP e Anna Di Giorgio, dell’INAF-Istituto di Astrofisica e Planetologia Spaziale, responsabile del contributo al VIS.
Ma oltre questi sofisticati strumenti, per la riuscita della missione saranno indispensabili sofisticate risorse informatiche dedicate all’analisi dei dati di Euclid, per cercare le tracce dell’energia oscura, che, paradossalmente, sono molto piccole, nonostante essa raggiunga il 75% della densità di energia dell’Universo. E per questo sarà determinante il Segmento di Terra o Science Ground Segment (SGS), che coordina l’analisi di tutti i dati Euclid, comprende centinaia di scienziati sparsi in tutta Europa e richiede uno sforzo enorme per organizzare e lavorare in sinergia. Fabio Pasian dell’INAF-Osservatorio Astronomico di Trieste, leader dello SGS, ne è convinto: “l’elaborazione dei dati per la missione Euclid sarà particolarmente impegnativa a causa della grande precisione richiesta per ottenere i risultati attesi, ma di immenso ritorno per la nostra comunità scientifica”.
“La partecipazione al programma “Cosmic Vision 2015-2025” di ESA è l’impegno maggiore dell’Agenzia Spaziale Italiana – ribadisce Barbara Negri, responsabile dell’Esplorazione e Osservazione dell’Universo dell’ASI – per i prossimi anni nel settore dell’esplorazione e osservazione dell’Universo. Tutte le missioni finora selezionate (Solar Orbiter, Euclid e Juice) prevedono ruoli importanti per l’Italia, che la comunità scientifica e industriale nazionale ha conquistato grazie all’esperienza acquisita in precedenti programmi spaziali. In particolare per la missione Euclid ASI supporterà le attività scientifiche e tecniche svolte da INAF e dall’Università di Bologna e, in parallelo, selezionerà e finanzierà l’industria italiana che dovrà realizzare i delicati sottosistemi dei due strumenti di bordo di responsabilità italiana. ASI, inoltre, sottoscriverà con ESA e le altre agenzie nazionali l’Euclid Multilateral Agreement, che assegna ruoli e responsabilità nella realizzazione della missione, e avrà il compito di monitorare, attraverso la partecipazione allo Steering Committee, l’andamento tecnico, programmatico e finanziario del programma”.
Per saperne di più:
- Il comunicato stampa congiunto ASI-INAF-Università di Bologna