Provate a prenderla. Se John Tomsick e Arash Bodaghee dell’Università di Berkely hanno visto giusto, la sorgente di raggi X chiamata IGR J11014-6103, a circa 30.000 anni luce dalla Terra, è la pulsar più veloce mai osservata. Sta infatti schizzando via dalla supernova esplosa nei suoi paraggi a una velocità incredibile, fino a 10 milioni di chilometri all’ora.
I ricercatori, che hanno pubblicato i loro risultati su The Astrophysical Journal Letters, sono giusti a questa ipotesi combinandi i dati di tre osservatori: due spaziali, Chandra della NASA e XMM-Newton dell’ESA, e il radiotelescopio Parkes in Australia. Proprio XMM ha rivelato una diffusa area di emissione X, ben visibile nell’immagine qui accanto, creata dall’esplosione di una supernova che si è lasciata dietro una nuova di detriti, o resto di supernova, ribattezzato dagli astronomi SNR MSH 11-16A.
Là in mezzo è poi toccato a Chandra studiare una sorgente X, la cui forma ricorda quella di una cometa, ben al di fuori dell’area del resto di supernova. È una sorgente puntiforme, che si tira dietro una coda lunga circa 3 anni luce. L’ipotesi più plausibile è che si tratti di una pulsar, cioè una stella di neutroni di grande densità che ruota su se stessa ad altissima velocità, proiettata fuori dall’esplosione della supernova.
La scia punta verso il luogo dell’esplosione, quello dove si sarebbe formata la pulsar, e sembrerebbe quindi essere dovuta a un vento di particelle ad alta energia prodotte dalla pulsar stessa, spinte indietro dal movimento ad altissima velocità dell’oggetto. Se tutti gli altri dati stimati dagli astronomi sono corretti (in particolare, che il resto di supernova si trovi a circa 30 mila anni luce da noi e sia vecchio circa 15 mila anni), allora la distanza percorsa dalla pulsar indicherebbe che si sta muovendo a quella velocità da urlo, appunto tra gli 8,6 e i 10 milioni di km/h.
Solo un altro oggetto finora identificato, una pulsar identificata nel resto di supernova G350.1-0.3, smi muove a velocità paragonabili. Ma questo sarebbe un record. A meno che naturalmente quell’oggetto non sia qualcos’altro. Ma la mancanza di un’importante emissione in luce visibile o infrarossa, le scarse o nulle viarazioni di luminosità tra quanto osservato nel 2003 da XMM e nel 2011 da Chandra, e il caratteristico spettro in raggi X della sorgente fanno propendere i ricercatori per l’ipotesi di una pulsar.