Per Diego Turrini, dello Istituto di Astrofisica e Planetologia Spaziale – INAF di Roma, “l’improvvisa diminuzione della popolazione di polveri attorno a questa giovane stella, addirittura nell’arco di alcuni anni, è un risultato che a prima vista lascia perplessi ma che apre la strada a possibilità interessanti. I processi di formazione planetaria si sviluppano su tempi scala dell’ordine del milione di anni, molto rapidamente quindi da un punto di vista cosmologico ma estremamente lentamente da una prospettiva umana. Per osservare le prime fasi della nascita di un sistema planetario nell’arco di una vita umana diventa pertanto necessaria l’osservazione di un elevato numero di stelle, in modo che la statistica dei grandi numeri possa venire in nostro aiuto”.
“Per quanto riguarda la stella TYC 8241 2652 1 – continua Diego Turrini – è possibile che l’accumularsi delle osservazioni oppure un caso fortuito ci abbiano permesso di ottenere una istantanea di uno dei processi base della formazione planetaria, ossia la produzione di polvere dovuta alla collisione tra due corpi del disco protoplanetario e la sua successiva scompara. La massa di polvere calda stimata dagli autori dell’articolo, se sommata in un unico corpo, sarebbe infatti equivalente a quella di uno degli asteroidi da 100 km di diametro che popolano la fascia degli asteroidi nel nostro Sistema Solare. Le forze radiative potrebbero portare alla scomparsa di questa polvere calda su tempi scala della decina d’anni, più lentamente quindi di quanto osservato da questo team di ricercatori. È anche possibile che il corpo planetario da cui la polvere è sfuggita abbia provveduto a ricatturarla”.
“È ancora presto – conclude l’astrofisico dello IAPS-INAF di Roma – per dire cosa sia realmente accaduto attorno a TYC 8241 2652 1, ma sicuramente si tratta di un evento che vale la pena di investigare maggiormente e che può rappresentare una opportunità unica per migliorare la nostra comprensione di come nasce un sistema planetario”.