”Condividiamo l’auspicio del ministro Profumo a che il Parlamento corregga i tagli alla ricerca previsti dalla spending review”. E’ quanto osservano in una nota congiunta Giovanni Bignami, presidente dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf); Fernando Ferroni, presidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn); e Luigi Nicolais, presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr).
“Siamo consapevoli che le difficoltà in cui si dibatte il Paese necessitano del contributo di tutti – prosegue la nota – ma siamo altrettanto convinti che queste non possano essere superate attraverso tagli al settore Ricerca e Università, al contrario. Siamo pronti però a confrontarci” concludono i presidenti di Inaf, Infn e Cnr nella dichiarazione congiunta “perché una possibile maggiore efficienza del sistema ricerca porti a quei risparmi e a un maggior ritorno economico in ambito europeo, come auspicato dal ministro Profumo”.
È un altro passaggio relativo alla spending review e ai tagli alla ricerca, passaggio che sottolinea le parole del ministro Profumo pronunciate a Bruxelles con le quali auspicava che i lavori parlamentari potessero correggere i tagli agli enti di ricerca previsti dal piano di risparmio messo a punto dal governo Monti.
Tagli che avrebbero colto di sorpresa lo stesso Capo dello Stato, da sempre convinto assertore dell’idea che il futuro del paese passi attraverso il sostegno all’istruzione e alla ricerca. E proprio Giorgio Napolitano è il destinatario di una lettera scritta dal Presidente dell’INFN Fernando Ferroni, in cui si esprimeva il rammarico per i tagli, contestuali alle parole d’elogio che il Presidente della Repubblica aveva indirizzato ai ricercatori dell’INFN per i risultati ottenuti nella ricerca del bosone di Higgs.
In realtà l’inizio di questa vicenda, che avrà un passaggio importante giovedì con la riunione tra il ministro Profumo e i presidenti degli Enti al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, sembra essere nata come un déjà vu. Le bozze di spending review circolanti prima del Consiglio dei Ministri di giovedì notte, parlavano di un accorpamento tra INFN e INAF, ipotesi apparsa due anni fa nelle carte di Tremonti. Poi la lettera appello al Presidente Napolitano dell’allora presidente dell’INAF, Tommaso Maccacaro, aveva scongiurato la soppressione di un ente che, come Giovanni Bignami ha recentemente ribadito, è tra i primissimi al mondo per risultati.
Un déjà vu che poi si è trasformato in una tabella fatta di cifre e resa immodificabile se non con la clausola “a saldo invariato”. Ora tocca al Parlamento, ma tocca anche agli enti e al ministro, far sì che si guardi avanti e si evitino altri déjà vu.