Tre riprese dello stesso fenomeno, ma in tre lunghezze d’onda diverse, tutte nella banda della radiazione ultravioletta. L’immagine di oggi mostra il brillamento solare avvenuto il 19 luglio scorso sul bordo della nostra stella. A riprenderlo gli strumenti dell’osservatorio spaziale della NASA Solar Dynamics Observatory.
Il brillamento è stato classificato di classe M7.7, quindi piuttosto energetico ma non come quelli appartenenti alla classe X, i più violenti e temibili. In aggiunta, fortunatamente, la regione di macchie solari AR 1520, da cui ha avuto origine, era ormai prossima ad abbandonare il disco visibile del Sole. Lo spettacolare fenomeno, che ha visto l’emissione di radiazione e particelle, seguite dall’emissione di una bolla di gas allo stato di plasma, non era dunque rivolto verso la Terra.
I tre scatti, ottenuti alle lunghezze d’onda di 30, 13 e 33 nanometri (miliardesimi di metro) , mostrano dettagli differenti della struttura del brillamento, in particolare della disposizione degli archi composti di gas allo stato di plasma a temperature di parecchi milioni di kelvin e modellati dal campo magnetico locale. Caratteristiche che sono meglio visibili, date le proprietà dell’ambiente fisico in cui si sviluppano, proprio nella banda della radiazione ultravioletta.