LA SCOPERTA È DI UN’ASTRONOMA ITALIANA

L’attrazione fatale della Tarantola

Hubble ha colto i segni di una fusione fra due ammassi stellari in corso nella regione di formazione 30 Doradus (o Nebulosa Tarantola). La ricerca, guidata da Elena Sabbi del STScI, contribuisce a spiegare l’origine di alcuni fra gli ammassi stellari più grandi.

     17/08/2012

Evidenziati dalla linea tratteggiata, i due ammassi che si stanno fondendo nella regione di formazione stellare 30 Doradus. Crediti: NASA, ESA ed E. Sabbi (ESA/STScI)

Saper vedere oltre le apparenze non è da tutti. Se poi l’apparenza è un’immagine così bella da lasciarti stordito, come quella scelta dal team del telescopio spaziale Hubble per celebrare i suoi 22 anni di attività, mantenere quella strana alchimia di curiosità e distacco che contraddistingue lo sguardo dello scienziato è ancora più difficile.

Ma è esattamente quel che è riuscita a fare Elena Sabbi, giovane astronoma italiana, bolognese di formazione, da anni in forze presso lo Space Telescope Science Institute (STScI) di Baltimora, nel Maryland. Guardando e riguardando la spettacolare vista panoramica su 30 Doradus di cui già avevavamo reso conto anche qui su Media INAF, laddove noi siamo rimasti ipnotizzati dai milioni di stelle colorate di quella prolifica regione di formazione stellare, Sabbi ha intravisto qualcosa d’insolito. La distribuzione delle stelle di piccola massa catturate da HST non era sferica, com’era lecito attendersi, bensì leggermente allungata. Un pattern che nella mente allenata di Sabbi ha subito fatto scattare un’associazione. Quella disposizione le ricordava qualcosa, l’aveva già vista da qualche altra parte: era la conformazione caratteristica che assume una coppia di galassie in procinto di fondersi.

Ora, la Nebulosa Tarantola (l’altro nome con il quale è noto 30 Doradus), pur con tutti i suoi innumerevoli astri, non è una galassia. È un sistema di formazione stellare iperattivo – sforna stelle da 25 milioni di anni – che si trova a circa 170mila anni luce dalla Terra, nella Grande Nube di Magellano. Ma, proprio come le galassie, anche gli ammassi stellari possono andare l’uno incontro all’altro, fino appunto a fondersi. Poteva essere questo il caso?

Per scoprirlo, Sabbi e colleghi hanno analizzato in dettaglio le caratteristiche demografiche delle stelle presenti nella regione. In particolare, si sono concentrati sulla loro età e sul loro moto. E qualche sorpresa in effetti è saltata fuori. Anzitutto, è emersa una differenza d’età di circa un milione di anni fra le due popolazioni che costituirebbero i potenziali ammassi in corso di fusione. Inoltre, gli astronomi hanno rilevato attorno alla Tarantola un numero stranamente elevato di “stelle fuggitive” (runaway stars), stelle espulse durante il collasso del nucleo di un ammasso a seguito di particolari interazioni dinamiche. Ebbene, la regione R136 al centro di 30 Doradus è troppo grande e ancora troppo giovane per essere arrivata a questo stadio, e dunque per poter giustificare tutte quelle fuggitive. Da qui l’ipotesi che alla loro origine ci sia un secondo ammasso, questa volta più piccolo e dunque destinato a giungere al collasso in minor tempo. L’ammasso, appunto, che sta convolando a nozze con R136.

Per saperne di più:

  • Leggi su The Astrophysical Journal Letters l’articolo “A double cluster at the core of 30 Doradus“, di E. Sabbi, D. J. Lennon, M. Gieles, S. E. de Mink, N. R. Walborn, J. Anderson, A. Bellini, N. Panagia, R. van der Marel e J. Maíz Apellániz