I ricercatori non smettono di cercare elementi che possano provare l’esistenza, in passato, di condizioni adatte alla vita su Marte. E hanno spesso guardato alla presenza di argilla come a un possibile indizio, perché questa potrebbe essersi formata a causa del passaggio per lungo tempo di acqua sulla superficie del pianeta, e dove c’è acqua liquida ci può essere vita. Ma uno studio apparso questa settimana su Nature Geoscience smorza gli entusiasmi: quelle stesse argille potrebbero invece essersi formate da colate laviche ricche di acqua, che però in questo caso sarebbe stata troppo calda per ospitare qualunque forma di vita. Brian Hynek , ricercatore del dipartimento di Geologia dell’università del Colorado, spiega ”che questo risultato implica che, al tempo in cui la vita prendeva piede sulla Terra, il giovane Marte non fosse poi così abitabile come ipotizzato finora”.
Per studiare la formazione delle argille su Marte, i ricercatori dell’università di Poitier, guidati da Alain Meunier e Bethany Ehlmann, hanno analizzato le caratteristiche di simili formazioni argillose vulcaniche nell’atollo di Mururoa, nella Polinesia. I dati spettrografici di queste argille, confrontati con quelli raccolti su Marte da Mars Reconnaissance Orbiter (MRO) della NASA, confermano una forte somiglianza chimica con le argille marziane. Ma le argille di Mururoa sono per l’appunto di origine vulcanica. Meunier ritiene che anche le argille marziane non si siano formate dall’erosione di rocce sulla superficie provocata da acqua liquida, teoria assunta fin’ora. In questo caso, sarebbe impossibile trovare tracce (anche solo passate) di vita microbica in queste argille, come sperano molti ricercatori.
Maggiori prove potranno essere sicuramente trovate direttamente su Marte. A breve, i due rover già presenti sul Pianeta rosso, Opportunity (arrivato nel 2004) e Curiosity, si dirigeranno verso Endeavour Crater e Gale Crater per studiare meglio la composizione chimiche delle argille.