NELL’AMMASSO STELLARE DEL PRESEPE

Pianeti da mille e una stella

Per la prima volta gli astronomi della NASA hanno scoperto dei pianeti extrasolari orbitanti in un ammasso stellare ad alta densità. I pianeti sono del tipo "gioviani caldi" e gravitano molto vicini alle loro stelle madri, simili al Sole. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Astrophysical Journal Letters.

     17/09/2012

Quanto sembrano lontani i tempi in cui gli astronomi si chiedevano se esistessero davvero pianeti al di fuori del sistema solare. Ormai non passa quasi settimana senza che, in qualche angolo sperduto della nostra galassia, si scopra almeno un nuovo pianeta, e a fare notizia sono quelli dotati di qualche particolarità che li stacca dal gruppo. E’ il caso della scoperta di un gruppo di astronomi finanziati dalla NASA, i quali hanno trovato per la prima volta dei giovani pianeti extrasolari, forse i più giovani scovanti fin’ora, orbitanti attorno a un ammasso di stelle simili al Sole. E’ la prima prova diretta che i pianeti possono formarsi anche in ambienti ad alta densità stellare.

Nell’ammasso stellare Beehive, chiamato anche Presepe (al centro della costellazione del Cancro e a 550 anni luce dalla Terra) orbitano questi due hot Jupiters (detti anche gioviani caldi), vale a dire pianeti enormi, gassosi e caldi che gravitano a distanze ravvicinate rispetto alle loro stelle madri. Questi giovani pianeti sono stati battezzati Pr0201b e Pr0211b (la lettera “b” è la convenzione per denominare i pianeti). Ogni pianeta attira circa 1000 stelle, tutte con una simile composizione chimica.

La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Astrophysical Journal Letters. “Stiamo rilevando pianeti in ambienti diversi ed estremi come quello di questo ammasso vicino a noi”, ha affermato Mario R. Perez, padre della scoperta. “La nostra galassia – ha detto – contiene più di 1.000 di questi ammassi aperti, che potenzialmente possono presentare le condizioni fisiche per ospitare molti altri di questi due pianeti giganti”.

Sam Quinn della Georgia State University di Atlanta è lautore principale dello studio, effettuato grazie a un telescopio Tillinghast di 1,5 metri presso l’Osservatorio Fred Lawrence Whipple Observatory in Arizona. Il metodo usato dai ricercatori è la misura della lieve oscillazione gravitazionale che i pianeti orbitanti inducono sulle loro stelle madri.

La scoperta aiuterà gli esperti a capire come fanno i pianeti gioviani caldi a finire così vicino alle loro stelle. La gran parte delle teorie sostengono che questi mondi si formano lontano dalle loro stelle per poi essere attirati dalla forza gravitazionale in un’orbita più stretta.

Una cosa è certa: questi pianeti sono sicuramente inospitali alla vita, soprattutto a causa delle alte temperature, ma il cielo sopra di loro è molto più stellato rispetto a quello che possiamo osservare dalla Terra.