Il web è sempre più il crocevia dell’informazione scientifica: siti web, blog e social network hanno ampliato tanto la platea dei lettori interessati a scienza e tecnica, quanto il numero di voci che se ne occupano, dai tradizionali professionisti dell’informazione (i giornalisti) ai ricercatori, ai semplici appassionati. Una grande sfida per il giornalismo, che l’ANSA ha raccolto con il suo nuovo Canale Scienza e Tecnica, presentato questa mattina all’Accademia dei Lincei a Roma. Un progetto che ha visto l’INAF, come gli altri grandi enti di ricerca, tra i sostenitori fin dalla fase iniziale.
Alla presentazione hanno partecipato, oltre al Direttore dell’ANSA Luigi Contu e alla ideatrice del Canale Scienza e Tecnica Enrica Battifoglia, il Presidente dell’Accademia dei Lincei Lamberto Maffei (che ha presentato tra l’altro il servizio “Chiedi ai Lincei” ospitato sul portale, in cui esperti soci dell’Accademia risponderanno alle domande scientifiche dei lettori); l’astronauta Paolo Nespoli, pioniere dell’uso dei social network per comunicare con il pubblico durante le missioni spaziali; il rettore della Scuola Superiore Sant’Anna (altro partner dell’iniziativa) Maria Chiara Carrozza; la virologa Ilaria Capua, salita agli onori per le cronache (oltre che per il suo lavoro scientifico di altissimo livello sull’influenza aviaria) per la decisione di mettere in rete e rendere liberamente accessibili i dati dei suoi esperimenti; e a chiudere la mattinata, il Ministro per la Ricerca Francesco Profumo. Quest’ultimo ha ricordato come la rete stia cambiando in modo sempre più evidente le regole del gioco tanto nella scienza (si pensi al movimento per il libero accesso ai dati scientifici, ben rappresentato stamattina dalla stessa Capua) quanto nella scuola, dove la rete è sempre più centrale.
Presenti al’incontro anche i presidenti dell’INAF e dell’INFN, Giovanni Bignami e Fernando Ferroni, che hanno ricordato l’impegno dei loro enti per la comunicazione della scienza. Entrambi, parlando alla stessa ANSA, hanno inoltre sottolineato l’esigenza di una maggior autonomia gestione per gli enti di ricerca. “E’ necessario tirare fuori gli enti di ricerca dal ‘pentolone’ della funzione pubblica” ha spiegato Ferroni. “Abbiamo bisogno di un’autonomia gestionale che ci permetta di avere potere di scelta, un’autonomia simile a quella che hanno le università. Mi chiedo perché gli enti di ricerca debbano essere considerati diversi, con maggiori obblighi, quando in realtà facciamo spesso le stesse cose”. Concorda pienamente dalla necessità di uscire dalla funzione pubblica anche Giovanni Bignami, presidente Inaf, che, sempre a margine dell’incontro, ha spiegato: “sarebbe necessario essere trattati alla stessa stregua delle grandi università che ci permetterebbe un’autonomia finanziaria e di scelta del personale che oggi non abbiamo”.