Si chiama C/2012 S1 o ISON. La C sta per “cometa non periodica” (sarebbe sostituita da una P, se fosse periodica), 2012 è l’anno di scoperta, S1 la numerazione sequenziale che dipende dal mese e da quante comete sono state osservate nel 2012. ISON è l’International Scientific Optical Network, l’osservatorio vicino Kislovodsk, in Russia, dove la cometa è stata scoperta. ISON potrebbe essere destinata a un futuro spettacolare: a fine 2013, proprio nel periodo di Natale, la cometa potrebbe diventare ben visibile anche in pieno giorno e con una classica, anche se forse poco originale, coda natalizia. E’ solo uno degli scenari possibili, ma di sicuro il nuovo corpo minore identificato dall’immagine di oggi promette di far parlare di sé.
Questa immagine è stata realizzata il 21 settembre 2012, grazie a una CCD montata su un telescopio riflettore di 40 centimetri dell’osservatorio ISON. La cometa, identificata dai segni rossi, al momento è di magnitudine 18,8 e solo i telescopi più grandi possono vederla. La sua scoperta è stata segnalata il 24 settembre dal bielorusso Vitali Nevski e dal russo Artyom Novichonok (ecco il bollettino ufficiale della scoperta), due astronomi che grazie alla loro segnalazione, potrebbero vedere assegnati i loro nomi al corpo celeste.
La tecnica principale grazie alla quale asteroidi e comete sono identificabili è abbastanza semplice. Scattando diverse immagini della stessa porzione di cielo, a distanza di qualche tempo, gli oggetti che si muovono velocemente come asteroidi e comete possono essere riconosciuti rispetto alle stelle che per la loro distanza appaiono fisse. Anche la traiettoria di ISON è stata già determinate con una certa precisione. Questo grazie ai molti telescopi che hanno cominciato a seguire la cometa nei giorni successivi alla sua scoperta (tra cui non mancano gli italiani) ma anche grazie alla scoperta fortunata di immagini “precovery”, immagini astronomiche di catalogo scattate in precedenza nelle quali è stato possibile identificare la cometa stessa. ISON è stata ritrovata in immagini di Dicembre 2011 e Gennaio 2012, e sommando tra loro le posizioni dell’oggetto a vari istanti, è stato possibile fornire una prima stima della sua traiettoria.
Attualmente ISON si trova oltre l’orbita di Giove, ben lontano dal sistema solare interno. Dai suoi dati orbitali, per la sua orbita altamente eccentrica e inclinata rispetto al piano del sistema solare, gli astronomi tendono a pensare che ISON sia una cometa proveniente dal serbatoio di oggetti dormienti situato ben al di fuori del sistema solare e chiamato nube di Oort. Una oggetto che oggi, per la prima volta si è tuffato verso il Sole.
Nel suo veloce viaggio ISON passerebbe a Novembre 2013 a circa 0,4 UA dalla Terra. Una ragguardevole distanza, circa la metà della distanza Terra Sole, che rende ISON del tutto inoffensiva. Ma non per questo meno scenica, visto che il suo viaggio di veloce avvicinamento al sole, la porterebbe ad appena 0,012 AU (1,8 millioni di chilometri) dalla superficie solare. Qui, si aprono vari scenari possibili.
Nel caso piu fortunato in cui la cometa arrivi intera vicino al Sole, potrebbe diventare visibile a occhio nudo, anche in pieno giorno, per un paio di mesi. Per capire come questo sia possibile, bisogna immaginare una cometa come una palla di neve sporca. Avvicinandosi al Sole, il calore e il vento solare inducono la sublimazione (passaggio dallo stato solido allo stato gassoso) del ghiaccio sporco della sua superficie. Il gas emesso e le particelle di polvere sparate intorno al nucleo nel processo, rendono il corpo ben visibile, emettendo luce o risplendendo illuminati dal Sole. Gas e particelle di polveri formano una chioma, un alone visibile tutto intorno al nucleo, e la ben nota coda. O addirittura due code, visto che nel viaggio intorno al Sole, gas e polveri possono separarsi in due code ben distinte.
Ma questo è solo il caso più fortunato e, in realtà, con le comete non si può mai sapere. E’ possibile che l’oggetto scompaia mesi prima del passaggio al perielio (punto dell’orbita più vicino al sole), per esempio rompendosi in pezzi ed accelerando il processo. Oppure esaurendo tutti i volatili della superficie ben prima del momento prestabilito. In particolare, questa ipotesi è possibile per comete nuove, che proprio come ISON, si si avvicinano al Sole per la prima volta.
Tirando le somme, qualunque sia il suo destino, che finisca tra le comete più spettacolari di tutti i tempi o che scompaia rompendosi in pezzi come alcuni dei suoi sfortunati predecessori, ISON continuerà ad essere osservata con molta attenzione e il suo futuro appassionerà gli astronomi e gli amanti del cielo, nei prossimi anni.
Per saperne di piu, la pagina del Minor Planet center: http://www.minorplanetcenter.net/mpec/K12/K12S63.html