Fragile iceberg di ghiaccio sporco, solca a velocità da capogiro lo spazio interplanetario e periodicamente ritorna. Più o meno ogni sette anni. Avvistata per la prima volta nel 1998, è una cometa chiamata 168P/Hergenrother, dal nome del suo scopritore. Puntuale come una bolletta, è tornata a farci visita nel 2005, e di nuovo nell’ottobre del 2012 (vedi l’articolo su Media INAF). Ma non è scontato che possa arrivare integra anche al prossimo appuntamento, in programma per il 2019. L’ultimo perielio, il suo incontro ravvicinato con il Sole, avvenuto lo scorso primo d’ottobre, potrebbe esserle stato fatale.
I primi ad accorgersi che qualcosa non andava sono stati tre astrofili dell’Osservatorio Astronomico di Remanzacco, in provincia di Udine: Giovanni Sostero, Ernesto Guido e l’inglese Nick Howes, tutt’e tre membri del progetto CARA (Cometary Archive Amateur Astronomers). Il 26 ottobre scorso, analizzando le immagini provenienti da un telescopio remoto hawaiano, il Faulkes Telescope North di Haleakala, i tre astrofili dell’Associazione Friulana di Astronomia e Meteorologia hanno individuato, avvolto nella chioma della cometa, un frammento che si era staccato.
Negli ultimi giorni pare che la situazione stia precipitando, e la conferma arriva questa volta dalla Nasa. «La cometa Hergenrother sta andando a pezzi», dice infatti Rachel Stevenson, ricercatrice postdoc al Jet Propulsion Laboratory di Pasadena. «Osservandola con il Gemini North Telescope del National Optical Astronomy Observatory, in cima al vulcano Mauna Kea, nelle Hawaii, abbiamo visto che il nucleo della cometa si è diviso in almeno quattro frammenti distinti, producendo così un notevole innalzamento nella quantità di polvere che forma la chioma».
E con la polvere è aumentata anche la luminosità della cometa, per la gioia degli astrofili che vogliano provare a osservarla (occorre puntare i telescopi in direzione delle costellazioni di Andromeda e della Lucertola). In ogni caso, garantiscono gli scienziati della Nasa, né la cometa in disfacimento né i suoi frammenti rappresentano un pericolo per la Terra.
Per saperne di più:
- Nell’intervista di Media INAF a Giovanni Sostero, tutti i dettagli sulla scoperta e le indicazioni per gli astrofili che vogliano provare a osservare la cometa
- Vai al blog dell’Osservatorio di Remanzacco
- Leggi la press release NASA