Ad un anno dalla sua scomparsa un nuovo riconoscimento testimonia il valore di Angioletta Coradini. Si tratta del Jean Dominique Cassini Medal & Honorary Membership 2012, il premio dello European Geosciences Union (EGU). Si tratta di uno dei tre premi più prestigiosi assegnati dall’EGU, ed è riservato agli scienziati che hanno raggiunto un’elevata rilevanza scientifica internazionale, in particolare nella planetologia e nelle scienze spaziale che, come ha sottolineato recentemente il presidente dell’INAF Giovanni Bignami in una intervista per INAFTV, è stata l’iniziatrice della planetologia spaziale nel nostro paese.
Il Jean Dominique Cassini Medal & Honorary Membership 2012 si aggiunge alla Distinguished Public Service Medal della NASA, un riconoscimento che solo un altro italiano ha avuto modo di vedersi assegnato, una persona che ha conosciuto Angioletta Coradini come presidente dell’ASI e come Presidente dell’INAF, Sergio De Julio.
Angioletta Coradini è stata anche un punto di riferimento per l’Agenzia Spaziale Italiana oltre che per l’INAF e l’astrofisica italiana. “Il suo valore aggiunto – dice Barbara Negri responsabile dell’Osservazione ed Esplorazione dell’Universo dell’ASI – è stato quello di creare una squadra di valenti ricercatori, di trasferire il suo sapere e la sua voglia di ricerca a quanti hanno avuto il pregio di lavorare con lei” .
Fin dall’inizio della sua carriera, Angioletta Coradini è stata tra i protagonisti di moltissime missioni spaziali. E’ stata parte del team del Planetary Fourier Spectrometer (PFS) e dell’Omega Imaging Spectrometer (Omega-VNIR) per la missione Mars-Express dell’ESA. PI del Visible Imaging Spectrometer infrarosso termico per la missione Rosetta (VIRTIS) e del Imaging Spectrometer visivo e infrarosso (VIR) per la missione Dawn sta studiando gli asteroidi Cerere e Vesta. Era PI di JRAM per la missione NASA Juno (NASA). Co-investigator del Visual Cassini e Infrared Mapping Spectrometer (VIMS) con responsabilità per il sottosistema italiano, e co-I di VIRTIS a bordo di Venus Express.
Insomma non c’è sonda, o quasi, nel nostro sistema solare che non abbia la sua impronta. Per questo l’INAF ha deciso di promuovere un premio a suo nome, perché il suo entusiasmo possa continuare a trasmettersi alle future generazioni.
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