NUOVE IMMAGINI DAL SISTEMA DI SATURNO

Che ci fa Pac-Man lassù?

Nelle immagini spettrometriche riprese dalla sonda Cassini-Huygens sulle lune di Saturno, salta fuori la sagoma del famoso videogioco. Questa volta si tratta di Teti, dopo la scoperta del 2010 su Mimas. Si tratta di un particolare profilo termico che rivela un bombardamento di elettroni ad alta energia.

     27/11/2012

Tutto ci si poteva aspettare nei dintorni di Saturno, tranne che trovare il più famoso videogioco degli anni ’80, Pac-Man, su una delle sue lune, Teti. Eppure i ricercatori della missione Cassini, studiando le immagini dei dati termici di quella luna, si sono trovati di fronte proprio il profilo giallo più famoso tra gli amanti dei videogiochi. Un’altra somiglianza di questo tipo fu trovata sul satellite Mimas nel 2010.

La forma appare nei dati raccolti con uno spettrometro a infrarossi, che evidenzia le aree più calde del satellite.

Gli scienziati ritengono che i Pac-Man di Teti si formino a causa del modo in cui gli elettroni ad alte energie bombardano le latitudini più basse della luna, sulla parte rivolta verso il pianeta Saturno. Il bombardamento compatta il ghiaccio in quelle zone, dove di conseguenza la superficie alterata non si riscalda così rapidamente alla luce del sole né si raffredda altrettanto rapidamente durante la nott come il resto della luna.

Credit: NASA/JPL-Caltech/GSFC/SWRI

«Trovare un secondo Pac-Man nel sistema di Saturno ci spiega molto sul processo di creazione di queste forme, più di quanto ci si aspettasse», ha setto Carly Howett, l’autore principale dello studio recentamente pubblicato sulla rivista Icarus. «Il sistema di Saturno, come anche quello di Giove, potrebbe essere una vera e propria “sala giochi” per questi personaggi».

La scoperta conferma che gli elettroni ad alta energia possono alterare drasticamente la superfice ghiacciata di una luna.”Le osservazioni nell’infrarosso ci danno una grande quantità di informazioni sui procesis che danno forma a pianeti e lune” spiega Mike Flasar, principal investigator dello spettrometro per il Goddard Space Flight Center di Greenbelt.  “Un risultato come questo evidenzia quanto siano potenti questi studi”.

I dati raccolti risalgono al 14 settembre scorso e danno la possibilità ai ricercatori di raccogliere nuove informazioni sull’interazione tra i pianeti e le loro lune.

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