Quest’anno niente astronomia. Non proprio, per lo meno. Tanto nel 2010 quanto nel 2011 la tradizionale Top Ten di Science delle grandi scoperte scientifiche dell’anno aveva visto ben tre voci relative allo studio del cosmo. Per il 2012 invece niente da fare. Il titolo di breakthrough of the year è andato, manco a dirlo, alla scoperta del bosone di Higgs annunciata a luglio al CERN di Ginevra. La conclusione di una caccia durata venti anni e che ha visto impegnati due grandi esperimenti, ATLAS e CMS, peraltro con un grande e fondamentale contributo italiano. Una scoperta che appartiene al dominio della fisica delle particelle, ma che con il tempo rivelerà anche le sue implicazioni cosmologiche, come ricordava a Media Inaf Giovanni Bignami commentando l’annuncio del CERN.
Accanto a scoperte di genomica, proteomica, nanotecnologie e protesi neurali, nella top ten va un altro importante risultato di fisica delle particelle: la misura, annunciata a marzo dall’esperimento cinese di Daya Bay, del cosiddetto “angolo teta 1-3” di oscillazione dei neutrini. Si tratta di uno dei tre modi fondamentali in cui i neutrini, le enigmatiche particelle senza carica elettrica e di piccolissima massa che a malapena interagiscono con il resto della materia, “oscillano” fra i tre tipi, o “flavor”, in cui possono presentarsi. La misura di quel tipo di oscillazione era un po’ il pezzo mancante nel puzzle dei neutrini, ed era l’obiettivo di diversi esperimenti presenti o futuri in molti paesi. I cinesi ci sono arrivati per primi, rivelando un “angolo” più ampio del previsto. Per i non addetti ai lavori, la conseguenza principale è che neutrini e antineutrini (le loro particelle corrispondenti nell’antimateria) oscillano in modo diverso gli uni dagli altri, e questo a sua volta può contribuire a spiegare perché nell’Universo c’è molta più materia che non antimateria, quando in teoria il Big Bang dovrebbe averne creato le stesse quantità. La fisica del neutrino (un campo che si è sviluppato a partire da studi astrofisici, come le misure dei neutrini solari o di quelli presenti nei raggi cosmici) potrebbe quindi rivelarsi nei prossimi anni una delle chiavi per rispondere alle grandi domande della cosmologia.
Infine, nella Top Ten di Science si parla ancora di spazio con Curiosity, il rover della NASA atterrata in Agosto su Marte. Non per i risultati della missione, che a parte qualche annuncio sfuggito di mano alla NASA devono ancora arrivare. Ma per lo straordinario risultato ingegneristico che è stato il suo atterraggio, con il sistema dello Sky-Crane, il cui pieno successo è stata una importante prova di principio della possibilità di arrivare un giorno a un atterraggio con un equipaggio umano.
Per finire, come da tradizione, lo speciale di fine anno di Science comprende anche indicazioni su quanto bolle in pentola per il prossimo anno: e tra le principali cose da tenere d’occhio per il 2013, la rivista statunitense indica i risultati della missione Planck, che nella prima parte dell’anno ci darà la più dettagliata mappa mai ottenuta della radiazione cosmica di fondo, e quindi della struttura dell’Universo primordiale.