Non accennano a esaurirsi le novità in arrivo da Vesta, l’asteroide (o meglio, vero e proprio protopianeta) visitato dalla sonda spaziale della NASA Dawn. Lo scorso settembre quest’ultima ha scattato delle straordinarie immagini di due enormi crateri nell’emisfero sud di quello che è uno degli oggetti più antichi e meglio conservati del sistema solare. In uno studio appena pubblicato sull’ultimo numero della rivista Icarus, Vishnu Reddy e colleghi dimostrano che quei crateri contengono uno scuro materiale carbonaceo che non è “indigeno” ma è stato depositato su Vesta da asteroidi.
Il team di ricercatori del Max Plank Institute (Germania) crede che eventi simili, agli albori del nostro Sistema solare, abbiano contribuito all’evoluzione di pianeti come la Terra, portandovi il carbonio che è uno dei mattoni fondamentali della vita.
Vesta, il cui diametro è stimato attorno ai 530 chilometri, ha subito, nel corso di milioni di anni, numerosi cambiamenti. Gli scienziati hanno rilevato che il protopianeta è ricoperto sia da un materiale bianco come la neve, sia in alcuni punti anche da un tipo di materiale più scuro, nero come il carbone.
«Tutte le prove raccolte – dice Vishnu Reddy, autore dello studio – portano alla conclusione che quel materiale su Vesta sia ricco di carbonio, e sia arrivato sulla superficie in seguito all’impatto di qualche asteroide più piccolo». Reddy e il suo team hanno portato avanti un’analisi accurata del materiale presente nel cratere Veneneia, che pensano sia stato causato da un impatto avvenuto 2 o 3 miliardi di anni fa.
Non solo. Tracce di questo materiale scuro sono state trovate anche sui meteoriti HED provenienti da Vesta, ricchi di carbonio. Un’analisi spettografica ha dimostrato che il materiale presente su Vesta è lo stesso di quello portato dai meteoriti. Questo studio può fare luce sulla storia di Vesta e fare luce sui primi anni di vita del nostro Sistema solare.