Era il 14 gennaio di esattamente 8 anni fa, quando il lander europeo Huygens, sganciatosi 21 giorni prima dalla sonda Cassini, arrivò sul suolo di Titano. Quella discesa, durata appena due ore e trenta, ha racchiuso i momenti più emozionanti della vita di molti ricercatori, scienziati, appassionati e non solo. Assistere all’arrivo di una piccola sonda in un nuovo mondo, del quale si ignora tutto, non è cosa di tutti i giorni.
Per celebrare la ricorrenza di questa data, l’ESA ha rilasciato in questi giorni un nuovo filmato, basato su dati suoi e della NASA, in cui la discesa è stata ricostruita in modo molto spettacolare e contemporaneamente fedele alla realtà.
httpvh://youtu.be/IptomDeoZQI
Gli eventi di questi ultimi istanti della discesa erano già stati soggetto di un articolo scientifico recentemente pubblicato e realizzato grazie ai dati registrati degli strumenti di bordo del lander della missione NASA/ESA/ASI. La sequenza è chiara e dopo essere stata raccontata anche in queste pagine, può finalmente essere seguita “in diretta”, inquadrata da diversi punti di vista: la piccola sonda tocca il suolo di Titano, dove scava una buca di una decina di centimetri sollevando attorno a sé una nuvola di polvere, poi saltella, rimbalza e finalmente trova la sua collocazione finale a qualche decina di centimetri dalla posizione iniziale.
Grazie alle tecniche di rendering 3D, tutto è stato ricostruito esattamente come avvenuto in qui pochi istanti sul suolo di Titano, dalle condizioni atmosferiche, all’illuminazione del sole, fino al vento, alle rocce che circondano Huygens e al paracadute che ne ha frenato la discesa, che scivola sul terreno in modo assolutamente realistico. Molto fedele alla realtà anche la nuvola di polvere che si sparge intorno alla sonda e che ricade a rilento come farebbe della farina o altro materiale polveroso e non umido, permettendo ai ricercatori della missione di formulare interessanti dati sulla composizione del suolo di Titano.
Le due uniche concessioni all’immaginazione concesse ai tecnici ESA e NASA nella produzione della sequenza sono il comportamento delle corde che reggono il paracadute stesso, di cui non si hanno dati, e il raggio che nel filmato Huygens “spara” davanti a sé, che dovrebbe rappresentare il campo di vista della camera di bordo, reso visibile solo per motivi scenici. Per il resto, l’ESA e la tecnologia ci permettono finalmente di fare da testimoni allo storico evento e osservare da diversi punti di vista quanto accadde quel 14 dicembre di otto anni fa, fino all’immagine finale, la più famosa inquadratura di Huygens: una splendida cartolina di uno dei luoghi più distanti e misteriosi mai conquistati dal genere umano.
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