L’obiettivo, nemmeno tanto nascosto, è rispondere alle minacciose iniziative spaziali dei cugini a nord, mostrando di avere altrettanta capacità di effettuare lanci a lunga distanza, e quindi potenzialmente anche con armi nucleari. Ma intanto, il risultato è che la Corea del Sud enta a far parte del “club spaziale” che riunisce i paesi (ora sono 11) che hanno messo in orbita almeno un satellite artificiale. Dopo due lanci falliti nel 2009 e 2010, finalmente un vettore Naro (anche noto come Korea Space Launch Vehicle 1, KLSV-1) alle 8 di oggi ora italiana è partito con successo dal Naro Space Center, 480 km a sud di Seul, portando in orbita un satellite del peso di circa 100 kg che per un anno raccoglierà dati sulla radiazione cosmica.
Il lancio del primo satellite sudcoreano segue così di poche settimane quello effettuato il 12 dicembre dalla Corea del Nord, condannato dalla comunità internazionale che vi ha visto poco più di un test balistico mascherato.
La Corea del Sud, che ha speso 500 milioni di dollari nel progetto, non ha intenzione di fermarsi qui. Questo satellite avrà una vita operativa di un anno, ma il Paese ha annunciato piani per sviluppare un proprio vettore entro il 2018 (quello usato oggi è in parte di costruzione russa) e addirittura di inviare un modulo sulla Luna.