Noi siamo figli delle stelle cantava nel 1977 Alan Sorrenti che con questo brano, tuttora conosciutissimo, scalò la hit parade italiana. Ma chissà se Sorrenti nello scrivere il testo si è ispirato, oltre all’indubbio fascino e mistero che suscitano gli astri, anche a qualche nozione di astrofisica. Sì perché quella frase “siamo figli delle stelle” andrebbe presa proprio alla lettera! Nel senso che le nostre ossa, il nostro sangue, la nostra pelle, sono composte in gran parte da atomi che non esistevano quando, circa 13,7 miliardi di anni fa, il nostro universo si ‘accese’ con il Big Bang. Gli atomi di carbonio, ossigeno, sodio, ferro, che sono fondamentali per costruire la vita, almeno quella che si è sviluppata sul nostro pianeta, sono di un’epoca molto più recente e vengono davvero dalle stelle. Stelle di grande massa, che si sono evolute velocemente e che hanno concluso il loro ciclo esplodendo come supernovae e rilasciando enormi quantità di elementi chimici pesanti che sono andati ad arricchire l’ambiente interstellare dove, quasi 5 miliardi di anni fa, si è poi venuto a formare il nostro Sistema solare.
La canzone di Sorrenti non è certo l’unica che si ispira un po’ al cielo stellato e ai fenomeni dell’universo. Quante altre canzoni italiane sono state scritte prendendo spunto dai fenomeni celesti, pianeti, stelle, comete? E’ davvero difficile fare un censimento accurato, ma di sicuro tante. E non potremo certo ricordarle tutte in questo breve articolo. Con la nuova edizione del Festival della Canzone Italiana di Sanremo che prenderà il via tra poche ore, abbiamo provato a fare questo revival e a dare la nostra personalissima (e parziale) selezione di quelle tra le più recenti che ci sono rimaste nella memoria e, perché no, nel cuore.
Indubbiamente, tra gli oggetti celesti, le stelle sono quelle che hanno ispirato maggiormente gli astisti e musicisti e cantautori non fanno eccezione, ciascuno con la sua personalissima interpretazione: dalla Stella di Antonello Venditti incisa nel 1984 alle Stelle di Francesco Guccini, passando per la Piccola stella senza cielo di Luciano Ligabue. Anche l’indimenticato Lucio Dalla ha scritto di cose celesti come Anni Luce e Stella. E pure Max Gazzè ha cantato l’astro più brillante del cielo in Sirio è sparita del 1996. Più recentemente, nel 2004 al Festival di Sanremo Bungaro ha presentato la sua Guardastelle, un piccolo gioiello che racconta lo stupore e le emozioni di guardare il cielo.
In questa compilation non potevamo certo dimenticare Franco Battiato, che al tema dei viaggi interstellari, delle immensità dello spazio e della pluralità dei mondi ha dedicato in particolare Via Lattea e No time no space, incluse nell’album Mondi Lontanissimi del 1985. Temi che ritornano nella suggestiva Vite parallele del 1998, il cui testo è stato scritto dal filosofo Manlio Sgalambro.
I pianeti non sembrano suscitare molto interesse tra gli autori italiani. C’è Primo treno per Marte, di Gianluca Grignani, ambientata in un apocalittico futuro, dove la gente si imbarca per un viaggio senza ritorno verso il Pianeta rosso, abbandonando una Terra ormai morente. E per risollevarci un po’, non poteva mancare la cometa di Halley, riportata in auge nell’omonimo brano di Sanremo 2010 cantato da Irene Grandi, uno dei successi di quell’edizione. Forse non tutti sanno però che la celeberrima cometa aveva ispirato il cantautore Mario Castelnuovo quando, nel 1984 incise “Halley”, dedicata all’imminente passaggio del corpo celeste nel 1986.
Sanremo 2013, dicevamo, è alle porte e vi anticipiamo che un po’ di cielo ci sarà anche nei testi presentati in quest’ultima edizione:
… C’è una stella cadente
Ma era l’ultima già
E schiantandosi precipita
Sulla mia pelle
Lasciando un pozzo infinito
Dove tutto è finito
Per sempre finito
Nel fondo più fondo
Della libertà …
Chi canterà questa canzone? A voi scoprirlo. E chissà che non sia proprio quella vincente…