Un team di ricercatori ha creato delle nuove mappe 3D del sottosuolo di Marte che mostrano per la prima volta dei canali ormai sepolti, scavati probabilmente da un’antica inondazione.
La ricostruzione è stata possibile grazie al radar Sharad (Shallow Subsurface Radar) dell’Agenzia spaziale italiana (ASI), montato a bordo del satellite della NASA Mars Reconnaissance Orbiter (MRO). Il sistema di canali è stato individuato sepolto sotto la regione vulcanica chiamata Elysium Planitia, che si trova in prossimità dell’equatore. Lungo un migliaio di chilometri, è stato ribattezzato Marte Vallis.
Grazie al radar italiano Sharad, un gruppo di ricercatori statunitensi guidati da Gareth A. Morgan, geologo presso lo Smithsonian Institution di Washington, ha scoperto questi canali ricoperti dalla lava e che si trovano a una profondità doppia rispetto a quanto era stato ipotizzato finora dagli scienziati. I ricercatori hanno anche ricondotto l’inondazione che deve aver prodotto i canali alle cosiddette Cerberus Fossae, un sistema di fratture nella roccia marziana anch’esse ormai sepolte sotto la lava.
«I nostri risultati – ha detto – ci suggeriscono che l’acqua è probabilmente sgorgata da una falda sotterranea, e che è stata liberata dall’attività tettonica o vulcanica locale». «Questo studio dimostra l’importanza di scandagliare il pianeta con l’ausilio di un radar orbitante per comprendere come l’acqua abbia modellato la superficie di Marte».
Lo studio ha coinvolto ricercatori del Goddard Space Flight Center della NASA, del Jet Propulsion Laboratory, del Planetary Science Directorate e dello Smithsonian Institution. Lo studio “3D Reconstruction of the Source and Scale of Buried Young Flood Channels on Mars” è stato pubblicato il 7 marzo su Science.