SI STA FORMANDO SUL POLO SUD DI TITANO

Che c’è in quella nube?

Una nube di ghiaccio, dalla composizione ancora misteriosa, è ora visibile nei pressi del polo sud della principale luna di Saturno. In precedenza una formazione simile si trovava sul polo nord, ma su Titano la circolazione atmosferica si sta invertendo per il cambio di stagione.

     12/04/2013
La nube d ghiaccio sul polo sud di Titano vista da Cassini (NASA/JPL-Caltech/Space Science Institute/GSFC)

La nube d ghiaccio sul polo sud di Titano vista da Cassini (NASA/JPL-Caltech/Space Science Institute/GSFC)

Il cambio di stagione in corso su Titano sta innescando cambiamenti radicali nell’atmosfera di quella che è la più grande luna di Saturno. Un’altra prova evidente arriva da una nube di ghiaccio che sta prendendo forma nei pressi del polo sud del pianetino.

Di che tipo di ghiaccio si tratti non lo sappiamo, ma una nube di questo tipo era da tempo visibile sopra al polo nord, da cui ora sta svanendo, come mostrato dal Composed Infrared Spectrometer (CIRS) sulla sonda Cassini. Per comparire invece a Sud. La nube di ghiaccio meridionale, visibile nel lontano infrarosso, è la prova che un pattern importante di circolazione atmosferica su Titano ha invertito la sua direzione. Quando Cassini ha osservato per la prima volta quella circolazione, l’aria calda dall’emisfero sud si spostava in alto nell’atmosfera, e veniva trasportata verso il più freddo polo nord. Lì, l’aria si raffreddava cadendo verso gli strati più bassi e formando nuvole di ghiaccio.

Gli scienziati si aspettavano da tempo un’inversione di circolazione, quando il polo nord avesse iniziato a riscaldarsi e il polo sud invece a raffreddarsi. Il passaggio ufficiale da inverno a primavera al polo nord di Titano si è verificato nel mese di agosto 2009, e i primi segnali evidenti si sono visti nei dati acquisiti nei primi mesi del 2012. Nonostante ciò, la nube di ghiaccio sul polo sud non era ancora apparsa. Lo strumento CIRS non l’ ha rilevata fino al luglio 2012.

“Questo ritardo ha senso, perché prima il nuovo pattern di circolazione doveva portare grandi carichi di gas al polo sud. Poi l’aria doveva sprofondare. E il polo doveva restare abbastanza tempo in ombra per permettere ai vapori di condensare in ghiaccio “, ha detto Carrie Anderson, membro del team CIRS al NASA Goddard Space Center.

Finora, la composizione del ghiaccio resta un mistero, anche se gli scienziati hanno escluso composti chimici semplici, come metano, etano e cianuro di idrogeno, che sono tipicamente presenti su Titano. Una possibilità è che sia una miscela di composti organici.