A pochi giorni dall’inizio di Occhi Su Saturno, la manifestazione che il 18 maggio prossimo metterà il Signore degli anelli al centro di una celebrazione collettiva e diffusa sul territorio italiano, torniamo a parlare del secondo pianeta più grande del Sistema solare. Gli anelli di Saturno sono uno spettacolo per tutti gli appassionati: fatti per la maggior parte di ghiaccio, contengono una quantità infinita di particelle, dal micrometro al metro, che orbitano su un unico piano attorno al pianeta.
Lo scorso 5 marzo la Wide-angle Camera a bordo della sonda Cassini-Huygens (NASA-ESA-ASI) ha scattato delle nuove straordinarie immagini degli anelli più famosi della Via Lattea. La particolarità degli anelli di Saturno sta nei disegni (pattern) e nelle scanalature simili a quelle di dischi in vinile impressi dalla forza di gravità delle lune. Un gruppo di scienziati guidati da Matthew Hedman e Philip Nicholson della Cornell University hanno scoperto delle scanalature particolari a spirale in uno degli anelli, create dalle oscillazioni del pianeta stesso.
La forza di gravità delle lune di Saturno ha effetti maggiori sull’anello A, perché è quello più vicino ai satelliti. Nel 1991 alcuni ricercatori dell’Università di Stanford hanno usato i dati della sonda spaziale Voyager 1 per studiare delle particolari increspature sull’anello C, cioè quello più vicino al pianeta, localizzate tra gli 80.900 e gli 87.200 chilometri dal centro del pianeta. Movimenti che non potevano essere spiegati interamente dall’azione gravitazionale delle lune del pianeta. Per risolvere il mistero, dal 2004 la sonda spaziale Cassini-Huygens raccoglie, con il Visual and Infrared Mapping Spectrometer (VIMS) misurazioni della quantità di luce stellare assorbita dall’anello, mappando così in dettaglio sei delle misteriose onde.
Secondo l’analisi che sta per essere pubblicata su The Astronomical Journal, Saturno stesso influenza le particelle degli anelli con le sue oscillazioni interne, che alterano il suo campo gravitazionale. Gli anelli potrebbero così fungere da veri e propri sismografi: le onde su di essi corrispondono precisamente alle alterazioni del campo gravitazionale causate dall’oscillazione di materia all’interno del nucleo del pianeta.
Lo studio di Hedman e colleghi potrà aiutare a ridefinire i modelli sull’interno del pianeta stesso. È già noto che Saturno è costituito per la maggior parte da idrogeno ed elio, che circondano un nucleo di roccia, ghiaccio e ferro. Ciò che ancora non è stato ben definito è il peso, la massa di questo nucleo, anche se si pensa si aggiri attorno a 10 o 20 volte il peso della Terra. Lo studio dei “sismografi” sull’anello C potrà aiutare a capirci di più. E potrà permettere agli esperti di affinare le teorie e i modelli sugli esopianeti che, nella maggior parte dei casi, sono dei giganti gassosi proprio come Giove e Saturno.
Per saperne di più:
- Leggi il paper di M. M. Hedman e P. D. Nicholson “Kronoseismology: Using density waves in Saturn’s C ring to probe the planet’s interior”