NUOVA IMMAGINE DELLA NEBULOSA MESSIER 42

La lingua di fuoco di Orione

Dal telescopio APEX dell'Eso in Cile, una spettacolare immagine di nubi cosmiche "infuocate" nella costellazione di Orione. Il colore rosso è dovuto alla bassa temperatura delle stelle, di conseguenza non visibili a occhio nudo. La grande nube brillante in altro a destra nell'immagine è la ben nota Nebulosa di Orione, chiamata anche Messier 42.

     15/05/2013

Questa nuova, straordinaria immagine di nubi cosmiche nella costellazione di Orione rivela quello che sembra un nastro infuocato in cielo. Il bagliore arancione è dovuto alla debole luce dei grani di polvere interstellare fredda, a lunghezze d’onda troppo lunghe per essere viste dall’occhio umano. È stato osservato dal telescopio APEX (Atacama Pathfinder Experiment) gestito dall’ESO in Cile.

Le nubi di gas e polvere interstellare sono la materia prima da cui si formano le stelle. Ma questi minuscoli grani di polvere bloccano la nostra visuale su ciò che si trova all’interno e dietro alle nubi – almeno alle lunghezze d’onda del visibile – rendendo difficile osservare il processo di formazione stellare.

Questo è il motivo per cui gli astronomi devono usare strumenti in grado di vedere luce di altre lunghezze d’onda. Nella banda submillimetrica i grani di polvere non bloccano la luce ma risplendono a causa della loro temperatura di qualche decina di gradi sopra lo zero assoluto. Il telescopio APEX, con la sua camera LABOCA per lunghezze d’onda submillimetriche, e l’altitudine di 5000 metri sul livello del mare nella piana di Chajnantor nelle Ande cilene, è lo strumento ideale per questo tipo di osservazioni.

Nubi cosmiche nella costellazione di Orione

Nubi cosmiche nella costellazione di Orione (Crediti: ESO/Digitized Sky Survey 2)

Questa nuova, spettacolare fotografia mostra parte di un complesso più grande noto come Nube Molecolare di Orione, nella costellazione omonima. Un agglomerato di nebulose brillanti, di stelle giovani e calde e di nubi molecolari fredde: questa regione si estende per  centinaia di anni luce e si trova a circa 1350 anni luce da noi. Il bagliore prodotto dalle nubi di polvere fredda a lunghezze d’onda submillimetriche è di color arancio in questa immagine, ed è sovrapposto a una fotografia presa nella più familiare luce visibile.

La grande nube brillante in alto a destra nell’immagine è la ben nota Nebulosa di Orione, chiamata anche Messier 42. È facilmente visibile a occhio nudo come la “stella” leggermente sfuocata nel centro della spada di Orione. La Nebulosa di Orione è la zona più brillante di un’enorme incubatrice stellare in cui nascono nuove stelle ed è il sito di massiccia formazione di stelle più vicino alla Terra.

Nell’immagine le stelle molto calde (con temperature superficiali di 20 000 gradi Kelvin) appaiono blu, mentre quelle più fredde (con temperature in superficie di circa 3000 gradi Kelvin) appaiono rosse. Una nube di polvere alla temperatura di dieci gradi Kelvin produce emissione con un picco a lunghezze d’onda ancora maggiori – intorno a 0,3 millimetri – nella zona dello spettro a cui è più sensibile APEX.

Le nubi di polvere formano bellissimi filamenti, piani e bolle come risultato di processi come il collasso gravitazionale e gli effetti dei venti stellari. I venti stellari sono flussi di gas espulso dall’atmosfera delle stelle, sufficientemente potenti da modellare le nubi circostanti nelle forme contorte che vediamo qui.

Gli astronomi hanno usato questi e altri dati di APEX, insieme alle immagini dell’Osservatorio Spaziale Herschel dell’ESA, per cercare protostelle  – una fase iniziale nel processo di formazione stellare – nella regione di Orione. Sono stati finora in grado di identificare 15 oggetti che appaiono molto più brillanti a lunghezze d’onda lunghe che a quelle più corte. Questi rari oggetti appena scoperti sono probabilmente le più giovani proto-stelle mai trovate e aiutano gli astronomi ad avvicinarsi a scoprire il momento in cui una stella inizia a formarsi.

[Fonte: Eso]