SONO LA PROVA DELL’ANTICA PRESENZA DI FIUMI

Passeggiando sui ciottoli di Marte

Il rover della NASA Curiosity trova nel cratere Gale i caratteristici sassolini che si formano in presenza di corsi d'acqua. E' la più chiara indicazione trovata finora sulla natura degli antichi fiumi marziani. Nello studio su Science, i ricercatori stimano anche velocità e profondità del fiume che portava quei ciottoli.

     30/05/2013
I ciottoli osservati su Marte da Curiosity (a sinistra) e analoghe formazioni sulla Terra, nel deserto di Atacama in Cile (a destra). NASA7JPL/Science

I ciottoli osservati su Marte da Curiosity (a sinistra) e analoghe formazioni sulla Terra, nel deserto di Atacama in Cile (a destra). NASA/JPL/Science

Non è una sorpresa. Il team di Curiosity lo aveva già annunciato a settembre, e noi di media Inaf ve lo avevamo raccontato. Ma ora arriva la sanzione ufficiale della pubblicazione su Science, e qualche conto più preciso. Il tema sono gli antichi fiumi di Marte, della cui esistenza il rover della NASA ha scoperto le prove più chiare e inequivocabili, assieme a qualche misura della loro profondità e portata d’acqua. I protagonisti dello studio pubblicato da Rebecca Williams e i suoi colleghi sono i ciottoli (gli inglesi li chiamano pebbles), sassi arrotondati con diametro da 2 a 40 millimetri, che Curiosity ha trovato alternati a strati di sabbia nel cratere Gale, la zona di Marte che sta perlustrando dallo scorso Agosto. Come ci insegnano spiagge e letti dei fiumi sulla nostra Terra, quei ciottoli sono invariabilmente associati all’azione dell’acqua, sia il moto ondoso del mare o la corrente di un fiume: solo quella, levigandoli col tempo, può spiegare la loro formazione .

Ci sono ormai moltissime indicazioni del fatto che in passato ci fosse acqua liquida su Marte: le più evidenti sono i grandi canyon del pianeta rosso, che hanno proprio tutta l’aria di essere stati scavati da fiumi che un tempo ne percorrevano la superficie. Ma da soli, i canyon non dicono molto su quale potesse essere la natura di quei fiumi. Altrettanto importante è studiare dove sia andata a finire tutta la roccia erosa per formare quei canyon: se c’erano fiumi, devono esserci delta ed estuari da qualche parte, con i caratteristici sedimenti. Ecco perché Curiosity è atterrato proprio lì. Che la montagna di sedimenti al centro del cratere Gale potesse avere avuto origine da un lago – a sua volta alimentato da un fiume -che un tempo occupava il cratere (il cui moto ondoso avrebbe quindi impilato i sedimenti al centro fino a formare il rilievo) è un’ipotesi considerata da tempo molto forte, anche se non mancano teorie alternative.

Ma i ciottoli scoperti da Curiosity, che in alcuni punti si dispongono in fila come i pezzi di un domino (formazione tipicamente dovuta all’azione di una corrente d’acqua) dicono qualcosa in più: che in quel punto c’erano non acque ferme, ma una corrente piuttosto forte. L’abrasione osservata sui ciottoli indica che hanno viaggiato per molti chilometri dalla loro zona di origine. I ricercatori hanno potuto anche stimare alcune caratteristiche fondamentali del fiume che ha traSportato quei ciottoli: doveva essere profondo tra 0,3 e 0,9 metri, e l’acqua scorreva al suo interno con velocità tra gli 0,2 e gli 0,75 metri al secondo.

Nel complesso, tutto fa pensare che la zona del cratere Gale ospiti un cosiddetto “cono alluvionale”, quelle formazioni geologiche (sulla Terra si osservano in abbondanza, soprattutto in zone montane) che si creano quando un corso d’acqua rallenta improvvisamente perché cala bruscamente la pendenza, o perché il letto del fiume si allarga: si creano così depositi di sedimenti dalla caratteristica forma a ventaglio. I fiumi di Marte, insomma, erano probabilmente molto simili a quelli terrestri. E assieme ad altri studi, anche questo rafforza l’ipotesi che in passato il clima del pianeta sia stato decisamente più caldo e più umido di quanto non sia ora.