Mentre festeggiamo il quinto anniversario del lancio della missione GLAST, ribattezzata Fermi poche settimane dopo, il conteggio dei trigger registrati dal Large Area Telescope sta per toccare quota 300 Miliardi. Lo Instrument Science Operations Center (ISOC) ha usato l’equivalente di 1200 anni di CPU per analizzare 2 Peta Byte di dati, mentre altri 1700 anni sono stati utilizzati per le simulazioni MonteCarlo che ci permettono di capire a fondo il comportamento dello strumento.
Dai 300 Miliardi di trigger sono stati estratti poco meno di 1,8 Miliardi di eventi , 268 Milioni dei quali sono stati riconosciuti come fotoni gamma. Il resto è dovuto a particelle oppure si tratta di segnali confusi che vengono comunque conservati in un apposito database.
I dati di Fermi sono da subito pubblicamente disponibili e vengono utilizzati da una vasta comunità sparsa in tutto il mondo. Nel corso dei 5 anni di missione 1130 articoli hanno usato dati Fermi oppure hanno discusso e interpretato risultati ottenuti dalla missione Fermi. Dal momento che “solo” 230 articoli sono direttamente riconducibili a membri della Collaborazioni Fermi LAT, è immediato apprezzare quanto sia vasta la base degli utilizzatori. Al oggi, i partecipanti al programma Fermi Guest Observers della NASA sono 1260, ma si tratta per lo più di colleghi americani che ottengono finanziamenti attraverso questo canale. A loro vanno aggiunti i non americani che semplicemente scaricano i dati e li utilizzano, per esempio per preparare Tesi di laurea o di dottorato. Abbiamo contato più di 100 tesi basate sui dati Fermi.
Tornando ai 230 articoli ufficiali della collaborazione Fermi, i tre più citati sono:
- la descrizione della missione,
- la misura dello spettro degli elettroni e positroni,
- il primo catalogo delle sorgenti gamma.
Ovviamente la situazione è destinata ad evolvere nel tempo. Mentre l’articolo di descrizione dello strumento rimarrà un punto di riferimento, le misure dello spettro degli elettroni e positroni sono già state raffinate, cercando di usare il campo magnetico della terra per distinguere tra le due particelle, e il primo catalogo è stato sostituito dal secondo.
Come abbiamo già avuto modo di notare (vedi news “Le citazioni di Fermi”), il secondo catalogo delle sorgenti Fermi LAT è stato l’articolo astronomico più citato tra tutti gli articoli pubblicati nel 2012. Ma anche lui non durerà a lungo, il terzo catalogo è già in preparazione. Allo stesso modo, fervono gli studi multilunghezze d’onda su un gran numero delle 1800 sorgenti gamma del secondo catalogo. Il Pulsar Search Consortium tiene sotto controllo 700 pulsar radio, 80 dei quali emettono radiazione pulsata in gamma, mentre una vastissima comunità radio, ottica e X segue il comportamento di un gran numero di galassie attive , che sono caratterizzate da emissione molto variabile.
Il Gamma-Ray Burst Monitor, il secondo strumento a bordo della missione Fermi. ha rivelato 1151 Lampi gamma, 370 lampi terrestri, 522 brillamenti solari e 192 sorgenti variabili, per lo più collegate alla classe delle magnetar, stelle di neutroni con fortissimo campo magnetico.
Dopo 5 anni la missione è in perfetta salute e, lavorando ininterrottamente, ha spazzolato il cielo per il 96% del tempo, dedicando il resto a sorgenti particolarmente interessanti. Per esempio, il Sole durante momenti di grande attività, la nebulosa del Granchio in occasione dei suoi famosi aumenti di emissione , qualche galassia attiva straordinariamente variabile, alcuni lampi gamma particolarmente intensi, come l’evento del 27 aprile scorso.
Non avendo consumabili a bordo, Fermi può continuare la sua attività per molti anni. Considerando la qualità e la quantità dei risultati, difficilmente la NASA taglierà i finanziamenti alla missione. Tuttavia, meglio non abbassare la guardia: il pericolo può venire da dove meno te lo aspetti. Il 3 aprile 2012 la missione Fermi ha dovuto effettuare una correzione di rotta per evitare il rischio di andarsi a scontrare contro un relitto sovietico in orbita. Il calcolo delle loro orbite aveva predetto che i due oggetti (che sono su orbite completamente diverse) si sarebbero trovati a passare esattamente nello stesso punto a meno di 30 msec l’uno dall’altro. Troppo poco per sentirsi al sicuro.