La visita non era stata annunciata, quella dell’amministratore della Nasa, Charles Bolden che appena recentemente ha presentato a Washington il progetto dell’agenzia spaziale americana di catturare un asteroide e porlo in orbita intorno alla Luna. Un progetto che ha avuto dal congresso americano uno stanziamento di 500 milioni di dollari per i primi studi di fattibilità. Un progetto che costerà almeno quattro volte tanto solo per la fase di dislocamento, poi inviarci astronauti sopra sarà altra questione.
E così la NASA, come ha ammesso lo stesso Bolden durante una conferenza stampa al Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, in compagnia del Presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Enrico Saggese, spera che l’Italia, con cui gli USA hanno stretti legami da cinquanta anni,
si faccia promotore del progetto verso gli altri partner europei.
D’altronde non sarebbe la prima volta: già nel 1984 l’allora presidente USA, Ronald Reagan, presento il progetto della Stazione Spaziale Internazionale (allora stazione Alpha) al nostro paese, firmando un Memorandum Of Understanding che fece dell’Italia il principale partner europeo (l’Italia direttamente e indirettamente ha realizzato oltre il 60% del suo volume abitabile). L’obiettivo, tramite il nostro paese, fu quello di coinvolgere l’Europa nel progetto, fatto che negli anni è regolarmente avvenuto.
Obiettivo che non è stato nascosto e che il presidente Saggese ha ben illustrato: “Riguardo la futuribile missione sugli asteroidi, una missione che prevede di agganciare un asteroide, avvicinarlo alla Luna, stabilizzarlo vicino al nostro satellite e poi tentare l’atterraggio sull’asteroide di astronauti, l’Italia è stata scelta dalla Nasa come primo Paese per iniziare il dialogo con gli Stati europei riguardo questo straordinario progetto”. “Noi tutti speriamo che ci sia la volontà dei 40 Paesi del mondo impegnati nelle attività spaziali, compresi Cina e India, a convergere su questa missione degli asteroidi” ha concluso il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana.
Interrogato da Media INAF se una missione così complessa e anche onerosa possa ritardare il progetto della conquista umana del pianeta rosso, l’amministratore della NASA ha affermato che “spesso l’opinione pubblica, italiana o americana, non coglie il valore di quanto sia importante investire nello sviluppo tecnologico che una missione come quella dedicata all’asteroide comporta. È molto probabile – ha continuato Bolden – che uno degli ultimi giovani selezionati come astronauta possa camminare sul suolo marziano, ma lo spazio non è fatto solo per i giovani, basta pensare a John Glenn che tornato nello spazio a 77 anni. La mancanza di gravità facilita le cose”. Insomma Marte è tra gli obiettivi, basta avere pazienza.
L’amministratore della NASA prima della conferenza stampa ha incontrato il ministro Maria Chiara Carrozza in presenza della quale è stata siglata una cooperazione tra l’Agenzia Spaziale Italiana e la Nasa per la missione Bepi Colombo mirata alle nuove tecnologie. Successivamente Bolden ha incontrato il viceministro degli Esteri Marta Dassù e successivamente il Presidente del Consiglio Enrico Letta. Incontro che è stato riassunto dallo stessa Letta in un twitter: “Ho incontrato il direttore della Nasa Bolden e abbiamo discusso di come rafforzare la cooperazione tra Usa e Italia in materia spaziale”.