La NASA guarda al futuro delle missioni su Marte e si prepara a lanciare un nuovo rover nel 2020. Il rover, tecnicamente simile a Curiosity ma dal costo decisamente inferiore avrà il compito di proseguirne l’opera: cercare tracce di vita passata o presente sul Pianeta Rosso (Curiosity può solo dimostrare se vi sono le condizioni chimiche adatte a sostenerla), raccogliere campioni e testare nuove tecnologie per future missioni con equipaggi umani, che potrebbero arrivare non prima del 2030.
Una squadra di 19 scienziati e ingegneri di molte università e centri di ricerca (Science Definition Team) ha redatto un report di 154 pagine, appena presentato, in cui si delineano i principali obiettivi delle future missioni dopo Curiosity, che si trova su Marte dall’agosto del 2012.
Quello che è già stato ribattezzato Curiosity 2 raccoglierà rocce e campioni del suolo marziano e li analizzerà in situ, mentre una successiva missione dovrebbe riportarli per la prima volta sulla Terra per ulteriori analisi. Gli ingegneri utilizzeranno lo stesso design di Curiosity per ammortizzare i costi e portare a termini gli obiettivi preposti nel minor tempo possibile. In totale il nuovo progetto dovrebbe costare circa 1,5 miliardi di dollari, un miliardo meno di quanto sia costato il rover attualmente su Marte.
Spirit e Opportunity, lanciati nel 2003, e diversi orbiter hanno già trovato prove della presenza di acqua sul pianeta, teoria confermata di recente anche da Curiosity: in passato l’ambiente di Marte era propizio all’esistenza di microrganismi. Il prossimo passo è quello di cercare tracce di forme di vita. Il team spera di effettuare 31 carotaggi in cui cercare tracce di vita, e da studiare poi quando saranno riportati sulla Terra. La missione dovrebbe durare un anno marziano, quindi circa 690 giorni sulla Terra.
“La missione su Marte del 2020 ci fornirà indizi importanti sull’abitabilità del pianeta e del Sistema solare”, ha detto Jim Green, direttore della divisione di Scienza Planetaria della NASA a Washington. “Questa missione rappresenta un grande passo avanti verso il miglioramento delle tecniche di campionamento di roccia e suolo, e fa parte di una strategia più ampia per il ritorno di campioni anche da altre missioni planetarie”.
L’obiettivo ultimo è quello di porre le basi per le future missioni umane sul Pianeta Rosso. Conoscere, quindi, ogni singolo dettaglio dell’ambiente marziano e trovare un modo per raccogliere anidride carbonica, una risorsa per produrre ossigeno e combustibile per i razzi.
Non dimentichiamo però la missione europea del 2016, ExoMars, da cui gli americani si sono quasi completamente ritirati, e che manderà su Marte un rover ben più sofisticato di Curiosity, con a bordo anche una stazione meteo, DREAMS, interamente made in Italy e che sarà l’unica strumentazione tecnica a toccare il suolo marziano.
Per saperne di più:
- Visita il sito Mars Future Rover Plans o il sito della NASA
- Leggi il report della NASA