UN MODO EFFICIENTE DI SCALDARE GLI ESOPIANETI

Ghiaccio bollente

Esattamente al contrario di quanto potrebbe suggerirci il senso comune, le migliori probabilità di scovare pianeti simili alla Terra e magari con forme di vita ci sarebbero scrutando attorno alle stelle più fredde. Questi i risultati di uno studio in pubblicazione su Astrobiology.

     22/07/2013

planetorbitingstarAvviso ai cacciatori di pianeti extrasolari: se cercate nuovi mondi dove trovare forme di vita, non puntate sugli esopianeti attorno alle stelle con temperature superficiali alte, ma piuttosto concentratevi su quelle più fredde. Il suggerimento, apparentemente contraddittorio rispetto a quello che potrebbe indicarci il senso comune, deriva dai risultati di uno studio in pubblicazione sulla rivista Astrobiology e guidato da Aomawa Shields, studentessa di dottorato presso l’Università di Washington.

Sembra logico infatti che la temperatura dei pianeti di tipo terrestre o in generale rocciosi dipenda dalla quantità di luce che ricevono. In particolare, a parità di luce ricevuta, dovrebbero risultare più temperati quelli in orbita attorno a stelle più calde, che emettono una maggior quantità di radiazione visibile e ultravioletta, rispetto ai pianeti attorno a stelle più ‘tiepide’ che producono radiazioni di più bassa energia, soprattutto nella banda dell’infrarosso e vicino infrarosso.

Il risultato dello studio invece ribalta decisamente questo scenario, indicando come pianeti orbitanti attorno a stelle fredde in realtà possono essere molto più caldi e meno ghiacciati che quelli in orbita attorno a stelle con maggiori temperature superficiali, anche se ricevono da esse la stessa quantità complessiva di luce. La ragione di questo anomalo comportamento va cercata nelle proprietà del ghiaccio, che assorbe in modo più efficiente la radiazione di lunghezze d’onda maggiori e quindi la luce nel vicino infrarosso prevalentemente emessa da stelle più fredde. Attorno a quel tipo di astri quindi, i pianeti si riscaldano maggiormente proprio grazie al calore assorbito dal loro ghiaccio. E se attorno ad essi dovesse esserci anche un’atmosfera composta da gas serra, questo fenomeno ne verrebbe rafforzato. Dunque per  i ricercatori sarebbe più raro trovare pianeti completamente ghiacciati attorno a stelle di questo tipo.

Il lavoro tuttavia indica che l’intensità del fenomeno tende a diminuire tra i pianeti che si trovano ai confini estremi della fascia di abitabilità, ovvero quella zona attorno a una stella dove si può trovare acqua allo stato liquido. Allontanandosi dalla stella infatti, i pianeti tendono ad avere atmosfere sempre più spesse e ricche di biossido di carbonio e altri gas serra che bloccano in quota la radiazione, annullando così l’assorbimento di energia da parte dei ghiacci sulla loro superficie.

Per Shields gli astronomi a caccia di vita al di fuori del Sistema solare dovrebbero quindi privilegiare lo studio di pianeti in orbita attorno a stelle più calde. Ma non per questo devono abbandonare le indagini sui pianeti più freddi. “L’ultimo evento in cui la nostra Terra si è totalmente ghiacciata viene associato alla esplosione della vita pluricellulare sul nostro pianeta”, sottolinea la giovane ricercatrice. “Se qualcuno avesse osservato la nostra Terra in quell’epoca, non avrebbe mai pensato – sbagliando – che ci fossero tracce di vita. Così non dovremmo mai eliminare questa classe di oggetti dalle nostre indagini. Anche lì potrebbe esserci la vita, anche se molto più difficile da rilevare”.

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