A RISCHIO IL BILANCIO DEL GOVERNO USA

La NASA teme lo shutdown

Mentre il Congresso USA cerca un accordo in extremis sul budget per il prossimo anno, l'agenzia spaziale si prepara al peggio. Dovessero interrompersi i fondi, dal 1 ottobre solo il 3% degli impiegati potrebbe recarsi al lavoro. Charles Bolden scrive una lettera ai dipendenti NASA.

     26/09/2013

Obama-NASAIl Congresso degli Stati Uniti è impegnato in una corsa contro il tempo per evitare lo “shutdown“, un’interruzione di tutte le attività governative che si verificherebbe se il nuovo bilancio governativo non fosse approvato entro il 30 settembre. L’obiettivo del presidente Barack Obama è quello di approvare domani il relativo aumento del tetto del debito, necessario a rifinanziare l’attività del governo. A rischio blocco ci sono molte agenzie federali, tra cui anche la NASA, che da martedì prossimo, se non ci sarà la tanto agognata approvazione del budget, dovrà lasciare a casa senza stipendio molti impiegati. Proprio per questo motivo l’amministratore dell’agenzia spaziale statunitense, Charles Bolden, ha inviato una lettera aperta a tutti i suoi dipendenti per spiegare le conseguenze dell’eventuale decisione del Congresso e le possibili soluzioni da adottare.

“Come molti di voi sapranno – si legge nella missiva apparsa anche sul sito della NASA – i fondi del governo scadranno il 30 settembre a mezzanotte. L’amministrazione crede fermamente che non ci saranno buchi nel budget. […] Tuttavia, la gestione prudente richiede che continuiamo a prepararci a ogni rischio, compresa la possibilità della mancanza di fondi entro la fine del mese”.

Per “shutdown”  si intende essenzialmente il congelamento della capacità di spesa del governo, il che vuol dire non poter spendere denaro se non per i servizi essenziali, ovvero le forze dell’ordine, i pompieri, le forze armate, la gestione del traffico aereo e le infrastrutture. Le molte agenzie federali, invece, dovrebbero fermare le operazioni e lasciare a casa temporaneamente (in una sorta di aspettativa non pagata) un alto numero di impiegati. Per la sola NASA si parla della quasi la totalità dei 18mila dipendenti, tra cui anche la maggior parte dei circa 2.000 dipendenti pubblici del Kennedy Space Center. In totale, basandosi anche sulle passate esperienze di questo tipo, solo al 3% di loro (circa 540) sarebbe permesso di rimanere sul posto di lavoro il 1 ottobre, perché  considerati essenziali. Nel 2011 le stime parlavano, per tutte le agenzie federali, di un totale di 800 mila licenziamenti.

“Dopo aver consultato i nostri legali presso il dipartimento di Giustizia, stiamo decidendo quali delle nostre attività potrebbero continuare secondo le leggi vigenti”, ha aggiunto Bolden. “Allo stesso modo stiamo valutando chi dei nostri impiegati dovrà essere messo in aspettativa e chi invece potrà continuare a lavorare. Se dovesse verificarsi una sospensione dei fondi, e a seconda della durata del periodo di sospensione, queste valutazioni potrebbero cambiare con l’evolversi della situazione”. Bolden ha poi tenuto a rimarcare il fatto che la scelta dei dipendenti da lasciare a casa in caso di shutdown “non dipende dalla loro bravura o dalla capacità sul posto di lavoro”.

I democratici, che hanno la maggioranza al Senato, intendono votare subito dei provvedimenti per evitare lo “shutdown”, ma i repubblicani sono pronti a ingaggiare battaglia, legando la trattativa sul nuovo budget a quella sulla riforma sanitaria di Obama: chiedono infatti di togliere fondi a quella per finanziare il budget governativo. Dall’analisi dei piani di emergenza elaborati dalle agenzie. Nel 2011, in una situazione simile, il Congresso ha raggiunto un compromesso poche ore prima della scadenza.

Il segretario al Tesoro, Jack Law ha avvertito che, senza un intervento del Congresso, l’amministrazione esaurirà i finanziamenti a sua disposizione entro il 17 ottobre e dunque, non sarà più in grado di far fronte agli impegni di pagamento.

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