Lo scorso 22 agosto un oggetto dalle caratteristiche poco usuali è stato individuato nel cielo dalla PanSTARRS asteroid survey, il sistema statunitense per monitorare asteroidi e comete rischiosi per la Terra. L’oggetto è stato catalogato come NEO, near-Earth object, e provvisoriamente denominato 2013 QW1, in attesa di stabilirne la natura. Il fatto che la sua orbita fosse centrata sulla Terra faceva supporre che non si trattasse di un corpo naturale, ma occorrevano conferme. Un compito tutt’altro che semplice, in cui è stato coinvolto anche il NEO Coordination Centre dell’ESA – inaugurato lo scorso maggio a Frascati – che ha quindi diramato una rapida “allerta” a diversi osservatori.
La sfida è stata raccolta da un gruppo di ricerca europeo guidato da Elisabetta Dotto dell’INAF–Osservatorio astronomico di Roma, che ha ottenuto tempo di osservazione al TNG, il Telescopio Nazionale Galileo alle Canarie, per catturare la luce riflessa dal misterioso oggetto.
“L’Osservatorio di Roma ha delle competenze di eccellenza sulla caratterizzazione fisica dei piccoli corpi del sistema solare e per questo collabora con il centro di coordinamento dell’ESA che si occupa del monitoraggio degli asteroidi vicini alla Terra” spiega Elisabetta Dotto. “Abbiamo così raccolto l’allerta su questo strano oggetto, di appena qualche metro e che orbitava poco oltre la Luna”.
L’osservazione effettuata il 25 agosto con lo strumento DOLORES del TNG ha permesso di ottenere lo spettro della luce riflessa dal corpo spaziale, spettro che non assomigliava a quello di un asteroide ma piuttosto presentava forti analogie con gli spettri ottenuti da precedenti osservazioni di detriti spaziali. “2013 QW1 in effetti si è rivelato essere un detrito, e più precisamente un booster della missione cinese Chang’e 2 diretta alla Luna”, conferma Dotto. “L’identificazione era stata proposta inizialmente sulla base di considerazioni dinamiche, ovvero di somiglianze orbitali, e le nostre osservazioni ne hanno dato la prova definitiva.”
Appurata la sua natura artificiale, l’oggetto è stato cancellato dal catalogo NEO e la sua posizione inserita nel lista dei satelliti artificiali lontani tenuta dal Minor Planet Center, sotto la denominazione 2010-050B con cui il relitto cinese era già stato contrassegnato in precedenti osservazioni della sua mutevole traiettoria.
“Oltre alla necessità di capirne la natura, artificiale o naturale, si è trattato di un test importante per vedere se un telescopio come il TNG fosse utilizzabile anche per oggetti particolarmente veloci come questo” aggiunge Dotto. “La scoperta di oggetti piccoli e in orbite particolarmente vicine a quella del nostro pianeta è infatti destinata a diventare sempre più frequente grazie alle survey di nuova generazione dedicate alla scoperta di NEO. Inoltre, questi oggetti sono tra i candidati ideali per la missione ARM – Asteroid Retrieval Mission – della NASA, ovvero la cattura e il trasporto di un piccolo asteroide nelle vicinanze della Terra. Essere in grado di ottenerne rapidamente uno spettro di buona qualità – conclude la ricercatrice – è quindi essenziale per effettuarne la caratterizzazione fisica e capire velocemente se si tratta di un oggetto naturale o di un detrito spaziale”.