I ricercatori del Max Planck Institute for Solar System Research in Germania hanno ottenuto l’immagine più dettagliata finora realizzata in luce ultravioletta della cromosfera, una zona che si trova tra la superficie del Sole e la corona, ovvero la sua atmosfera più esterna. L’immagine è stata ricavata dalle osservazioni effettuate lo scorso giugno con il telescopio Sunrise, trasportato da un pallone scientifico della NASA.
Con il suo specchio da un metro, Sunrise è il più grande telescopio solare a volare sopra l’atmosfera terrestre. Lanciato dallo Esrange Space Center, a Kiruna nel nord della Svezia, Sunrise è stato trasportato dai venti atlantici per cinque giorni, raccogliendo dati sulla cromosfera solare per tutto il tempo del suo viaggio, prima di atterrare sulla remota Penisola di Boothia nel Canada settentrionale.
La cromosfera è un’area turbolenta in cui interagiscono materiali caldi a diverse temperature, dagli oltre 5.000 gradi nei pressi della superficie del Sole fino ai circa 20.000 gradi delle zone più esterne, molte migliaia di chilometri più in alto. La temperatura continua poi a salire enormemente nella corona solare, ma non si conosce ancora esattamente quale sia la fonte d’energia del surriscaldamento. “Per risolvere questo enigma è necessario osservare la cromosfera da quanto più vicino possibile, in tutte le lunghezze d’onda accessibili” spiega Sami Solanki, il responsabile di Sunrise del Max Planck Institute.
Sunrise ha usato uno strumento capace di filtrare una particolare lunghezza d’onda dell’ultravioletto che viene emessa soltanto dalla cromosfera. Le immagini ad altissima risoluzione ottenute in questo modo svelano una complessa dinamica. Quando il Sole è quieto e inattivo, si posso scorgere regioni scure del diametro di un migliaio di chilometri circondate da un bordo chiaro. Questa configurazione è prodotta da enormi flussi di materiale solare sgorgante dal sole, che si raffreddano e sprofondano nuovamente nella stella. Di interesse particolare sono dei punti luminosi che lampeggiano di tanto in tanto, già visti in precedenza ma non con il contrasto raggiunto in queste osservazioni. Gli scienziati ritengono che questi punti luminosi siano la traccia di quelli che vengono definiti canali di flusso magnetico, gli elementi fondamentali del campo magnetico solare.
“Queste prime analisi sono estremamente promettenti,” commenta Solanki. “Ci mostrano che la radiazione ultravioletta dalla cromosfera è particolarmente idonea per visualizzare strutture e processi dettagliati.” I ricercatori ora sperano che nei prossimi mesi si possano ottenere ulteriori approfondimenti, guardando con interesse ai primi dati della missione spaziale IRIS, Interface Region Imaging Spectrograph, lanciata poche settimane dopo il volo di Sunrise e destinata proprio all’analisi in ultravioletto della cromosfera e della corona.