Un nuovo studio di alcuni ricercatori del Laboratorio Nazionale Lawrence Livermore e dell’Università dell’Arizona (Stati Uniti) ha dimostrato la presenza di tracce di una supernova all’interno del meteorite “Allende”, una condrite carbonacea caduta sulla Terra nel 1969 (la più grande mai trovata). Nella ricerca il gruppo congiunto di studiosi spiega come i campioni provenienti dal meteorite mostrino una tipologia di isotopi differente da quella trovata sul nostro pianeta, sulla Luna e su altri meteoriti. Questo proverebbe che gli isotopi provengano direttamente da una supernova.
Allende è uno dei meteoriti più antichi mai studiati e potrebbe risalire anche al momento della nascita del nostro Sistema Solare, 4,5 miliardi di anni fa. Al suo interno, sono racchiusi alcuni fra i materiali più antichi del Sistema solare: i CAI (calcium-aluminium-rich inclusions), che non sono altro che piccoli agglomerati ricchi di calcio e alluminio. Allende è forse il meteorite più studiato al mondo e gli stessi ricercatori hanno già ricostruito nel dettaglio il suo percorso attraverso il disco protoplanetario dal quale ha avuto origine il nostro Sistema solare. A quanto risulta dagli ultimi risultati, i CAI sono i residui di una stella che aveva terminato il suo ciclo di vita diventando una supernova.
Gli studiosi avevano già effettuato delle analisi isotopiche dell’ossigeno della condrite carbonacea, misurando le abbondanze relative degli isotopi d’ossigeno-16 (16O) e ossigeno-17 (17O). Nella nuova ricerca hanno analizzato i tre processi di formazione degli isotopi (p, S e R), processi dai quali si formano tutti gli elementi più pesanti del nichel. Gli isotopi trovanti dentro Allende confermano la teoria che il materiale sia stato plasmato proprio dall’esplosione di una supernova. Il resto della condrite (il guscio esterno) è probabilmente un agglomerato di detriti che si sono fusi durante il viaggio nello spazio.
Allende è una vera e propria carta d’identità per il nostro Sistema solare. I ricercatori lo studiano da decenni, infatti, proprio perché la sua struttura e il materiale possono svelare i segreti della formazione dei pianeti. I nuovi dati proposti su “Proceedings of the National Academy of Science” da Gregory A. Brenneckaa, Lars E. Borga e Meenakshi Wadhwab confermano, quindi, le teorie che vedono il Sole e i pianeti come il risultato dell’esplosione di una supernova. Un’altra teoria simile afferma, invece, che ci sia più di una supernova all’origine del Sistema solare.
Per saperne di più:
- Leggi lo studio dei ricercatori pubblicato su “Proceedings of the National Academy of Science”: Evidence for supernova injection into the solar nebula and the decoupling of r-process nucleosynthesis, di Gregory A. Brenneckaa, Lars E. Borga e Meenakshi Wadhwab.