Il 21 ottobre erano 999, con Kepler 56b ultimo pianeta extrasolare “aggiornato”. Il 22 si era già passati a 1.010! Questo almeno per come riportato su “The Extrasolar Planets Encyclopaedia“.
Questo importante traguardo è passato un po’ inosservato ai media ma non alla comunità scientifica. In particolare agli astronomi che in questi giorni sono riuniti a Palermo per una “due giorni” intensissima in cui si fa il punto sui risultati e sulle aspettative del progamma di osservazione INAF per la caratterizzazione dei sistemi planetari, il Global Architecture of Planetary Systems – GAPS.
Ufficialmente partito nell’agosto del 2012 con l’entrata in funzione dello strumento HARPS-N, il cacciatore di pianeti dell’emisfero boreale montato al Telescopio Nazionale Galileo, GAPS sta crescendo in collaborazioni e risultati. Testimonianza ne sono questi 2 giorni in cui a malapena si riesce a coprire i diversi aspetti scientifici e gestionali del progetto e gli oltre 40 ricercatori presenti.
Con attualmente 61 astronomi associati INAF e altri 16 ricercatori di altri paesi per un totale di 22 istituti, di cui 11 in Italia e 11 all’estero, GAPS vuole fare luce sull’ormai vastissimo panorama di sistemi planetari cercando di determinare masse e orbite di pianeti noti e di comprendere la dipendenza di queste proprietà da quelle della stella madre. Un compito assai complesso ma molto intrigante che viene facilitato dall’altissima sensibilità di HARPS-N in grado di rilevare variazioni piccolissime nella curva di luce di una stella e quindi di dirci se attorno ad essa vi sia o meno un pianeta anche di piccole dimensioni e quali siano le sue caratteristiche.
Abbiamo chiesto un brevissimo commento a Emilio Molinari, Direttore del Telescopio Nazionale Galileo, che si trova anch’egli a Palermo: “I risultati che si stanno ottenendo in questo ambito, ma anche in altri, con il TNG sono molto importanti per noi perchè confermano la qualità del telescopio e della strumentazione che vi è montata che ne fanno una facility di punta nel panorama internazionale.”
Finora sono 308 gli oggetti monitorati e 2 gli articoli scientifici pubblicati. Abbiamo chiesto all’attuale chair del progetto, Isabella Pagano dell’INAF di Catania, cosa pensa dei risultati finora ottenuti in questo campo: “Sì, 1000 pianeti in circa 800 sistemi planetari con diverse caratteristiche è un traguardo importante. Ma, per quanto questi possano apparire numeri grandi, siamo ancora lontani dall’avere un quadro completo sull’architettura dei sistemi planetari. Questo accade perché le tecniche di cui disponiamo ci permettono di vedere solo alcuni tipi di pianeti per massa, dimensione e distanza dalla propria stella. Per esempio, è molto difficile attualmente scoprire sistemi planetari simili al nostro, e di conseguenza esso ci appare “unico” tra i sistemi planetari noti. Il quadro è destinato a cambiare, perché nuovi strumenti e nuove tecniche di analisi dei dati ci consentiranno nei prossimi anni di ampliare la nostra visione. E questo è quanto stiamo cercando di fare con GAPS. Bisogna tener presente che in questo campo dell’Astronomia per avere dati significativi è necessario compiere un gran numero di osservazioni prolungate nel tempo. Solo così possiamo fare una buona statistica ed essere sicuri dei risultati. Ora, dopo poco più di un anno dall’inizio del progetto, abbiamo diversi candidati interessanti sui cui a breve proporremo pubblicazioni scientifiche.”
Restiamo in attesa, quindi, augurando buon lavoro a tutto il team di GAPS!