CHICCHE DALL’ARCHIVIO DEL SATELLITE NASA

I gioielli prezioni di Chandra

Una spettacolare raccolta di immagini provenienti dal database Chandra Data Archive, che ha un ruolo centrale nella missione dell'omonimo telescopio a raggi X, consentendo alla comunità astronomica (e non solo) l'accesso ai dati raccolti dal satellite.

     30/10/2013

Gli archivi della NASA sono pieni zeppi di immagini mozzafiato a disposizione di ricercatori ed esperti. Un esempio è il Chandra Data Archive (CDA) che gioca un ruolo centrale nella missione dell’omonimo telescopio a raggi X, consentendo alla comunità astronomica, ma anche agli astrofili, l’accesso ai dati raccolti dall’osservatorio. Il ruolo primario del CDA è immagazzinare e distribuire dati con l’aiuto di potenti motori di ricerca. Il CDA è uno dei lasciti della missione Chandra che servirà sia per la comunità scientifica e il pubblico per i decenni a venire. Approfittando del fatto che negli USA ottobre è l’American Archives Month (un’iniziativa dedicata alla valorizzazione dei patrimoni archivistici), la NASA ha pubblicato una galleria delle più memorabili immagini presenti nel CDA. Eccole.

 

An assortment of images from Chandra's public repository.

Credit: X-ray: NASA/CXC/Morehead State Univ/T.Pannuti et al, Optical: DSS

Questa è G266.2-1.2, cioè che rimane di una supernova esplosa nella nostra Via Lattea. Chandra ha rivelato la presenza di particelle ad altissima energia prodotte dall’onda d’urto creata dall’esplosione. Nell’immagine i raggi X catturati dall’osservatorio della NASA (in violetto) sono stati combinati con i dati ottici del Digitized Sky Survey (rosso, verde e blu).

An assortment of images from Chandra's public repository.

Credit: X-ray: NASA/CXC/Tokyo Institute of Technology/J.Kataoka et al, Radio: NRAO/VLA

Getti generati da buchi neri supermassicci al centro delle galassie trasportano enormi quantità di energia lungo grandi distanze. Un esempio è 3c353, una sorgente bipolare di energia. La galassia è il punto luminoso al centro della foto. Chandra e il Very Large Telescope hanno unito i loro dati, rispettivamente quelli in viola e quelli in arancione, per realizzare questa immagine composita.

An assortment of images from Chandra's public repository.

Credit: X-ray: NASA/CXC/Penn State/L.Townsley et al, Optical: ESO/2.2m telescope

Un’altra immagine che troviamo nell’archivio sconfinato di Chandra è quella raffigurante NGC 3576, una regione luminosa del braccio del Sagittario della Via Lattea a 9000 anni luce dalla Terra. Nebulose come questa sono una fonte inesauribile di informazioni preziose per i ricercatori, perché ci mostrano l’intero iter di vita delle stelle massicce: la loro nascita e formazione, la loro breve (si fa per dire) vita e la loro fase terminale sotto forma di supernova. I dati diffusi raccolti da Chandra sono quelli in blu, mentre quelli in arancio sono i dati ottici catturati dagli strumenti dell’ESO.

An assortment of images from Chandra's public repository.

Credit: X-ray: NASA/CXC/Univ degli Studi Roma Tre/A.Marinucci et al, Optical: ESO/VLT & NASA/STScI

Questa immagine, invece, ci mostra la regione centrale di una galassia molto simile alla nostra, che contiene, però, un buco nero di massa molto più grande del nostro. La galassia NGC 4945 si trova a “soli” 13 milioni di anni luce da noi. I dati raccolti da Chandra (in blu) sono stati sovrapposti a quelli provenienti dall’European Space Observatory e rivelano la presenza di un buco nero supermassiccio proprio al centro della galassia.

Credit: X-ray: NASA/CXC/PSU/Getman et al, Optical: DSS, Infrared: NASA/JPL-Caltech

Credit: X-ray: NASA/CXC/PSU/Getman et al, Optical: DSS, Infrared: NASA/JPL-Caltech

Questo, invece, è il ritratto dell’Elephant Trunk Nebula (nota anche come IC 1396A): quando le radiazioni e i venti provenienti da giovani stelle massicce si scontrano con le nubi di gas danno origine a una nuova generazione di stelle. I puntini viola sono i dati raccolti da Chandra, i dati rossi, verdi e blu sono stati raccolti da strumenti ottici e sono stati aggiunti anche altri dati rilevati da strumenti all’infrarosso (arancione e ciano).

Credit: X-ray: NASA/CXC/Univ of Manitoba/S.Safi-Harb et al, Optical: DSS, Infrared: NASA/JPL-Caltech

Credit: X-ray: NASA/CXC/Univ of Manitoba/S.Safi-Harb et al, Optical: DSS, Infrared: NASA/JPL-Caltech

3C 397 è un resto di supernova galattica con una forma bizzarra: sembra quasi una scatola. I ricercatori credono che la forma così squadrata sia il risultato dello scontro tra i resti ancora caldi della stella (in violetto) e i gas freddi che la circondano. Questa immagine composita contiene anche le emissioni infrarosse di Spitzer, in giallo, e i dati del Digitized Sky Survey, in rosso, verde e blu.

 

Credit: X-ray: NASA/CXC/Drew Univ/S.Hendrick et al, Infrared: 2MASS/UMass/IPAC-Caltech/NASA/NSF

Credit: X-ray: NASA/CXC/Drew Univ/S.Hendrick et al, Infrared: 2MASS/UMass/IPAC-Caltech/NASA/NSF

SNR B0049-73.6 è una supernova localizzata nella Piccola Nube di Magellano che ha fornito agli astronomi gli elementi necessari per studiare le esplosioni delle stelle massicce. Chandra ha osservato proprio i resti di questa esplosione, causata dal collasso del nucleo di una stella. I dati provenienti dal telescopio della NASA (in viola) sono stati abbinati a quelli all’infrarosso di 2MASS survey.

Credit: X-ray: NASA/CXC/MSSL/R.Soria et al, Optical: AURA/Gemini OBs

Credit: X-ray: NASA/CXC/MSSL/R.Soria et al, Optical: AURA/Gemini OBs

In questa immagine si vede chiaramente la galassia a spirale NGC 6946, che si trova a circa 22 milioni di anni luce dalla Terra. I bracci di questa affascinante galassia, nel scorso secolo, hanno subito l’esplosione di ben 8 supernovae, tre delle quali (le più antiche) sono state osservate da Chandra (in violetto). Proprio per questa attività esplosiva NGC 6946 è conosciuta come la “galassia fuochi d’artificio”. Nell’immagine si possono notare in rosso, giallo e ciano anche i dati raccolti dal Gemini Observatory.

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