Il lander della missione ExoMars 2016 è stato dedicato all’astronomo italiano Giovanni V. Schiaparelli, il primo a mappare le caratteristiche della superficie del pianeta rosso nel XIX secolo.
“Questa scelta ci onorgoglisce e consacra – afferma il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Enrico Saggese – il ruolo degli studi e delle ricerche italiani su Marte (vedi Media INAF). L’Italia è il paese che maggiormente contribuisce alla missione europea sul pianeta rosso. La decisione dell’Esa di accettare la proposta di chiamare il modulo di discesa di ExoMars Schiaparelli, in onore dell”astronomo italiano Giovanni Schiaparelli famoso per i suoi grandi studi e osservazioni di Marte e dei suoi Canali, riconosce questo ruolo. L’ASI, con grande fierezza, si è fatta portavoce della proposta proveniente dal mondo scientifico italiano di far battezzare il modulo di discesa della missione marziana 2016. Il grande Schiaparelli potrà in questo modo atterrare e osservare da vicino il pianeta da lui tanto studiato”.
“Tutta l’astronomia italiana è fiera di questo riconoscimento storico e scientifico. Schiaparelli ha fatto tantissimo per l’astronomia e per la fantasia di molte generazioni, adesso ci farà sognare ancora di più” dice il Presidente dell’INAF, Giovanni Bignami. “Al momento buono, l’Europa sa riconoscere le eccellenze del nostro paese, per fortuna. Gli astronomi italiani di oggi sentono il peso e l’orgoglio di questo nome che tra qualche anno camminerà su Marte per davvero”.
ExoMars è un programma congiunto tra l’ESA e Roscosmos, l’Agenzia Spaziale Russa e si compone di due missioni, la prima fissata per il 2016 e la seconda per il 2018. L’Italia ha un ruolo guida e attraverso l’Agenzia Spaziale Italiana rappresenta il maggior contribuente europeo al programma ExoMars .
Il Trace Gas Orbiter e il lander Schiaparelli comporranno la missione del 2016, mentre il rover ExoMars, con il suo vettore e la piattaforma di superficie, sarà lanciato nel 2018. Lavorando insieme, l’orbiter e rover cercheranno segni di vita, passati e presenti, sul pianeta rosso.
Schiaparelli rappresenterà un test chiave per la tecnologia europea, con il previsto atterraggio controllato su Marte. Schiaparelli entrerà nell’atmosfera marziana a 21000 km/h e grazie all’uso di paracadutri e dei propulsori frenanti la sua velocità all’atterraggio otto minuti più tardi sarà di soli 15 chilometri orari.
Il modulo raccoglierà dati sul clima durante l’ingresso e la discesa e con I suoi strumenti effettuerà misurazioni ambientali locali nel sito di atterraggio che si trova in una pianura conosciuta come Meridiani Planum.
La missione 2016 arriverà su Marte durante il periodo in cui le stagionali tempeste di polvere globali saranno più probabili. Le misure così ottenute forniranno informazioni importanti per migliorare gli attuali modelli sul clima marziano e ad individuare i meccanismi legati alle tempeste di polvere.
Molto emozionato si dice Giovanni Pareschi, direttore dell’Inaf Osservatorio Astronomico di Brera “per questo riconoscimento a Schiaparelli, uno dei più grandi astronomi italiani, direttore dell’Osservatorio di Brera per quarant’anni nella seconda metà dell”800. Proprio da Palazzo Brera a Milano, nella sede dell’Osservatorio esiste ancora il telescopio con cui Schiaparelli ha osservato Marte, tracciando le prime mappe del pianeta rosso e facendo nascere in questo modo la moderna planetologia”.
Il nome è stato suggerito, ci ricorda Enrico Flamini Coordinatore Scientifico dell’ASI, per la prima volta alcuni anni fa alla conferenza Schiaparelli and his legacy organizzata a Milano e Torino, in occasione del centenario della morte e poi reiterato nel Convegno Nazionale dei planetologi italiani svoltosi a Bormio nel 2012. ASI ha immediatamente recepito questa richiesta e portata all’ESA. Su questo nome c’è stata subito convergenza e ora finalmente c’è stato l’atteso l’annuncio.