Può apparire curioso, ma la Cina sembra fare le cose a ritroso. Prima ha mandato un takonauta nello spazio, terza potenza spaziale al mondo ad aver realizzato tale obiettivo con un proprio vettore, poi invierà, il prossimo mese, una sonda che porterà sulla superficie della Luna un piccolo robot, un ‘buggy’, che esplorerà il suolo lunare. E questo quasi cinquant’anni dopo che il primo manufatto umano, dell’ex Unione Sovietica per dettaglio di informazione, abbia calcato la superficie del nostro satellite naturale.
Al di là delle battute è indubbio che con la missione del prossimo dicembre (la prima settimana del prossimo mese è previsto il lancio), la Cina segnerà una nuova tappa importante per le ambizioni spaziali del paese.
La sonda chiamata Yutu o anche Jade Rabbit saprà già dove atterrare. Nel 2007, infatti, la Cina ha lanciato il suo primo orbiter lunare, la Chang’e One orbiter, dal nome di una dea lunare, che ha preso le immagini della superficie e analizzato la distribuzione degli elementi.
Il ‘buggy’ lunare è stato chiamato Yutu in una votazione pubblica. Yutu significa coniglio di giada, un riferimento a Chang’e, coniglio domestico nel folklore .
Obiettivo del governo cinese è quello di inviare un equipaggio umano sulla Luna appena dopo il 2020 .