Due buchi neri supermassici che girano uno intorno all’altro abbracciati in un grandioso ballo cosmico al centro di una galassia remota. È la nuova scoperta di un team di astronomi guidato da Chao-Wei Tsai del Jet Propulsion Laboratory della NASA, la cui ricerca è stata pubblicata su Astrophysical Journal.
La stragrande maggioranza delle galassie ospita al centro un buco nero supermassiccio, con masse variabili che arrivano anche ad alcuni miliardi di volte quella del Sole. Quando due galassie si scontrano possono arrivare a fondersi fra loro, formando un nucleo ancora più imponente, composto da un sistema binario di buchi neri. Questi oggetti sono solitamente molto difficili da osservare, anche con i telescopi più potenti.
Chao-Wei Tsai e colleghi hanno rintracciato questa nuova coppia di buchi neri riprendendo in mano e analizzando meglio una serie di dati provenienti dal Wide-field Infrared Survey Explorer (WISE), sonda a infrarossi mandata in pensione nel 2011. A differenza dei sistemi binari – o presunti tali – finora osservati, questa nuova coppia di buchi neri (nome in codice: WISE J233237.05-505643.5) ha la particolarità di trovarsi in una regione piuttosto remota dell’Universo, a 3,8 miliardi di anni luce dalla Terra.
Una volta rintracciata quest’anomalia cosmica nei dati di WISE, i ricercatori hanno deciso di andare a controllare meglio la galassia ospite utilizzando nuove osservazioni dell’Australian Telescope Compact Array e del telescopio cileno Gemini Sud. La prova del nove dell’esistenza del sistema binario è arrivata proprio da alcune peculiari caratteristiche rilevate dai due telescopi nei getti della galassia in esame.
I buchi neri supermassicci al centro delle galassie in genere emettono enormi getti di plasma dalle geometrie piuttosto semplici lungo un asse. In questo caso però la struttura dei getti ha mostrato un’andatura a zig-zag che gli scienziati hanno interpretato proprio come un segno dell’esistenza di due buchi neri nel nucleo della galassia. “Pensiamo che il getto del primo buco nero venga modificato e fatto ondeggiare dalla presenza del secondo, come in una danza con il nastro “, ha detto Chao-Wei Tsai rimanendo nella metafora del ballo. “Se è così, è probabile che i due buchi neri siano piuttosto vicini e gravitazionalmente legati”.
Già intrappolati nel loro tango gravitazionale ma ancora lontani dalla fusione che inevitabile li attende, i due buchi neri volteggiano a una distanza di qualche anno luce. È una situazione piuttosto rara, che potrebbe fornire una finestra privilegiata per lo studio dell’evoluzione dei buchi neri supermassicci prima della loro unione.