Un’enorme tempesta grande 300.000 Km dalla strana forma geometrica a 6 lati, che ruota da decine di anni intorno al Polo Nord del pianeta Saturno. Il team della Cassini continua a sorprendere i suoi ammiratori distribuendo, in occasione di un evento web per il pubblico (la cui replica può essere seguita qui), l’ultimo filmato a falsi colori e ad altissima risoluzione di questo misterioso esagono. E affermando proprio grazie al filmato, che questa struttura sembrerebbe comportarsi come l’enorme e geometrico analogo di un “buco nell’ozono” nell’atmosfera del Signore degli anelli.
E’ dalla fine del 2012, che la sonda Cassini ha iniziato ad eseguire una serie di sorvoli ravvicinati del polo, proprio quando nell’emisfero nord di Saturno è arrivata finalmente la primavera e con la nuova stagione, il Sole ha iniziato ad illuminare in modo piu deciso l’interno dell’esagono. Questi due fattori, combinandosi, hanno permesso al team di produrre immagini ad una risoluzione mai vista prima.
Il 10 Dicembre dell’anno scorso, la sonda ha puntato per circa 10 ore consecutive la sua camera ad alta risoluzione sul polo nord producendo un filmato che combina un totale di 128 frames ad alta risoluzione divisi in 4 diversi filtri. Il video mostra per la prima volta la struttura in falsi colori, ad una altissima risoluzione e vista dall’alto, fino a una latitudine di 70 gradi. Sono chiaramente distinguibili nel filmato le nuvole che arabescano l’interno dell’esagono e che mostrano la rotazione dei venti nell’atmosfera di Saturno fino a una velocità di 322 Km/h. Al centro, una tempesta ben visibile, con un occhio circa 50 volte più grande dell’uragano medio terrestre (qui uno zoom dell’occhio http://photojournal.jpl.nasa.gov/catalog/PIA14947). Tutto intorno, piccoli vortici che ruotano in direzione opposta, tra cui il più grande misura 3,500 chilometri, circa il doppio del più grande uragano mai registrato sulla Terra.
Secondo il team della Cassini, la struttura dell’esagono non ha analoghi in nessun altro luogo del Sistema Solare. “Strutture simili sono notoriamente turbolente e instabili” dice Andrew Ingersoll, team member della Camera del California Institute of Technology di Pasadena. “A confronto, un uragano sulla Terra dura in media una settimana, mentre questa struttura è rimasta lì per decadi e forse secoli.” La spiegazione di questa differenza sostanziale sembra abbastanza intuitiva: sulla Terra, quando le correnti incontrano sul loro percorso montagne o continenti, vengono deviate, rallentate o interrotte. Gli scienziati pensano che la stabilità dell’esagono deve essere legata alla mancanza di strutture solide in un pianeta come Saturno che può essere immaginato come una enorme palla di gas in rotazione.
Altro aspetto innovativo e degno di nota scientifica del filmato sono i meravigliosi falsi colori, godibili appieno nell’alta risoluzione, che sostituiscono con rossi, viola e blu le tonalità dorate più calde percepite dall’occhio umano (vedi qui un’immagine a colori veri: http://photojournal.jpl.nasa.gov/catalog/PIA14945). La scala scelta nel filmato assegna il rosso al vicino infrarosso (circa 0.750-micron) e il blu alla somma dei filtri dal blu all’ultravioletto (da 0.400 a 0.500 micron). Questa scelta permette di penetrare negli strati dell’atmosfera evidenziando quale tipo di particelle siano più presenti in una determinata zona. Secondo le indicazioni del team, nella parte centrale dell’esagono sono cofninate particelle piu grandi mentre all’esterno sono maggiormente presenti particelle di dimensioni più piccole. Spiega Kunio Sayanagi, membro del team Cassini della Hampton University della Virginia: “bisogna immaginare la corrente d’aria che forma l’esagono che agisce come una barriera, portando a qualcosa di simile al buco nell’ozono terrestre.” Quest’ultimo fenomeno, decisamente terrestre, si forma infatti in una regione al cui interno le condizioni invernali dell’Antartide favoriscono i processi chimici di distruzione dell’ozono. Il buco si crea perchè la zona viene circondata da una corrente d’aria che, come una barriera, impedisce l’ingresso di nuovo ozono. Un processo, con le debite proporzioni, simile a quello che genera l’esagono e che dovrà essere studiato meglio nei prossimi anni.
Come sottolinea Scott Edgington, sempre del team Cassini del JPL: “ci avviciniamo al solstizio di Saturno del 2017, e nei prossimi tempi le condizioni di luce del polo nord continueranno a migliorare e i cambiamenti che avverranno sia all’interno che all’esterno dell’esagono saranno più evidenti.” E, per fortuna, la Cassini dopo tanti anni sarà ancora lì per studiarli.
La press release del JPL Link